Da almeno dieci anni ostentava un atteggiamento remissivo, ai limiti della rinuncia: rinuncia al cibo e alla difesa, comparendo spesso in aula come una sorta di nome da evocare all’appello nei rispettivi processi. Poco cibo, condizioni igieniche volutamente deficitarie, niente linea difensiva nel merito delle accuse; oltre a una tenuta psichica segnalata spesso nel corso dei processi come al limite. Sarà l’autopsia a stabilire cosa ha provocato la morte del 49enne Cosimo Di Lauro, mentre si estinguono i processi che lo vedevano ancora imputato a Napoli come mandante di omicidi che hanno segnato la storia della faida di Scampia, tra il 2004 e il 2005 (oltre sessanta omicidi).
Cosimo Di Lauro stava scontando l’ergastolo per il duplice delitto Duro-Panico, per l’omicidio di Massimo Marino, mentre era imputato nel nuovo processo (aperto dopo le dichiarazioni di un pentito) sulla morte di Carmela Attrice (uccisa perché madre di uno scissionista, venne attirata in una trappola al citofono).