Covid in Campania, Sos dei primari del Cotugno: «Non abbassate la guardia, ancora troppi casi gravi»

Covid in Campania, Sos dei primari del Cotugno: «Non abbassate la guardia, ancora troppi casi gravi»
di Ettore Mautone
Martedì 18 Maggio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 19 Maggio, 09:05
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L'epidemia, a Napoli e in Campania è in frenata e i nuovi casi in significativo calo, soprattutto grazie a una campagna vaccinale che ha messo il turbo. Ma il virus non è sparito dagli ospedali, anzi: il Cotugno, che resta la principale trincea anti-Covid della città e il terminale di molti trasferimenti da altri ospedali nonché l'approdo naturale di chi arriva con mezzi propri, viaggia solo un po' più leggero nella aree critiche ma non si è certo svuotato. «Ad ammalarsi sono soprattutto le persone non vaccinate, di mezza età e con qualche acciacco e anche alcuni anziani fragili ancora scoperti o con una sola dose di vaccino all'attivo - spiega Rodolfo Punzi, direttore del dipartimento di Malattie infettive - mentre le nuove infezioni sono pressoché sparite tra le categorie più esposte e a rischio di malattia che hanno già completato il ciclo vaccinale, come il personale sanitario e gli anziani. Segno che le vaccinazioni proteggono dalla malattia anche nei soggetti a rischio. Certo abbiamo ancora molti posti letto occupati, direi che oltre l'85 per cento dell'ospedale è ancora occupato da malati, ma la situazione è da alcuni giorni nettamente migliorata. Ovviamente da clinico suggerisco molta prudenza. Anche un anno fa abbiamo osservato questo miglioramento a maggio e giugno. Bisogna lavorare per sfruttare al massimo la doppia congiuntura stagionale e vaccinale favorevole per limitare quanto più possibile la circolazione virale. Un vaccinato non è sterile e può sempre trasmettere il virus da asintomatico». 

Non possiamo dunque ancora fare a meno di mascherine e distanziamento sociale proprio per evitare la circolazione del virus che potrebbe ricombinarsi con le varianti che intanto giungono dall'India, dal Brasile e dal Sudafrica configurando pericolosi colpi di coda che sul piano clinico potranno essere verificati solo nel prossimo autunno.

Ma è è in base a quello che si fa ora che la partita può essere vinta. Continuare dunque a proteggersi e tenere alta la guardia fino all'avvenuta completa immunità è l'imperativo che giunge dai medici del Cotugno per dare scacco al virus e per accompagnare al meglio l'attuale fase delle riaperture delle attività economiche e sociali e della vaccinazione di massa.

«Da circa una settimana la situazione è migliorata - conferma Nicola Maturo, primario del pronto soccorso del Cotugno - intendiamoci, i casi qui continuano ad arrivare e l'ospedale è tutt'altro che svuotato ma la pressione è calata. Bisogna tuttavia tenere alta la guardia, riflettere sugli enormi benefici di un ulteriore sacrificio. I luoghi chiusi e affollati vanno ugualmente evitati e tenere la mascherina non costa molto quanto costerebbe invece un pericoloso arretramento. La varianti vanno prevenute e non inseguite. Quindi in guardia su tutti i fronti. Sul fronte vaccinazioni va tenuto infine conto che i primi vaccinati, come me, iniziano a vedere un'attenuarsi della copertura di anticorpi ed è presumibile che allo scadere dei 6-9 mesi bisognerà programmare un richiamo. La battaglia contro questo virus, ora che va meglio, non deve subire un abbassamento di tensione. Lo dico soprattutto ai giovani che saranno gli ultimi a vaccinarsi. In questo ospedale si è liberato qualche posto di terapia intensiva e in qualche reparto ma l'ospedale è ancora pieno per l'80 per cento e il virus causa ancora contagi e purtroppo decessi». 

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Uno dei fronti su cui accendere i fari è quello della sorveglianza sanitaria: «I tamponi antigenici rapidi di terza e quarta generazione, che abbiamo testato e validato in questi giorni al Monaldi e al Cotugno - spiega Luigi Atripaldi, primario del Laboratorio di analisi - utilizzabili anche su saliva e con l'ausilio di semplici laboratori di base, sarebbero utilissimi per gli screening nelle scuole e zone turistiche. I tamponi molecolari con particolari sonde sono poi in grado di individuare subito le varianti che andrebbero intercettate con sequenziamenti mirati soprattutto all'aeroporto, nelle comunità di stranieri e nelle zone turistiche». 

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