Covid a Napoli, al Cotugno reparti pieni e impennata di ricoveri anche in altri ospedali

Covid a Napoli, al Cotugno reparti pieni e impennata di ricoveri anche in altri ospedali
di Ettore Mautone
Sabato 6 Febbraio 2021, 23:36 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 15:26
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Recrudescenza dei contagi a Napoli e in provincia e aumento del tasso di occupazione dei posti letto Covid, ma afflussi crescenti di malati acuti anche per tutte le altre patologie nei pronto soccorso: è questo il quadro che sei profila negli ultimi giorni nell’ambito della rete dall’emergenza e urgenza a Napoli. 

Il Cotugno è il primo a riempirsi, quando Sars-Cov-2 torna a correre: reparti pieni nel polo infettivologico partenopeo con il solo pronto soccorso e l’annessa unità di 12 posti in Osservazione intensiva agibile, mentre in tutto il resto dell’ospedale i letti liberi sono centellinati, appena in equilibrio tra la quindicina di nuovi ricoveri che si registrano ogni giorno per trasferimenti da altre strutture, accessi diretti e arrivi col 118 e le dimissioni dei guariti dai reparti di degenza ordinaria. Anche la sub intensiva è satura e lo stesso dicasi per gli 8 posti della storica rianimazione del vecchio padiglione, mentre c’è una residua possibilità di accettare i nuovi ricoveri nel nuovo plesso G (tranne la sub intensiva che è al completo). 

«Non siamo nella situazione drammatica dello scorso autunno - sottolinea Giuseppe Galano, responsabile della centrale del 118 -, né si può parlare di una vera e propria ondata, ma le avvisaglie di una ripresa dei contagi sono purtroppo costanti da diversi giorni. In questa fase registriamo un aumento delle richieste di soccorso sia per pazienti Covid sia per quelli ordinari a causa di altre patologie acute non infettive». Da quasi tutti i pronto soccorso della città giungono segnalazioni di criticità: dal Cto, che dal turno delle 8 di sera continua a essere inaccessibile per i traumi a causa della mancanza di una guardia ortopedica, all’ospedale del Mare, tornato ai suoi vecchi standard con oltre 150 accessi al giorno. Qui si contano molti trasferimenti di pazienti Covid sia nei reparti del presidio di via Comunale del Principe sia nei posti messi a disposizione dal Policlinico Vanvitelli nel reparto Covid diretto da Nicola Coppola. Prime linee sature anche al Pellegrini e al San Paolo: l’ospedale della Pignasecca ha segnalato la difficoltà ad accettare nuovi pazienti al 118, mentre nel presidio di Fuorigrotta ieri c’è stato un “ingorgo” di malati causato anche per blocco del server telematico. L’ospedale è pieno di pazienti ordinari ed è compito arduo e quotidiano cercare di far rispettare le distanze nei reparti specialistici. 

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Il San Giovanni Bosco e il Loreto continuano a lavorare per le sole funzioni Covid e privi di pronto soccorso: al presidio della Doganella sono 21 su 38 i posti letto Covid occupati, mentre per le attività ordinarie è tornata in funzione il Day surgery ma si attende ancora il via libera agli ambulatori. Al Loreto invece ci sono 41 malati nei reparti di Medicina su 50 unità di degenza e 17 su 20 in sub intensiva e negli ultimi giorni sono aumentati i ricoveri. Sempre al Loreto il personale sanitario e socio-sanitario segnala gravi difficoltà nelle attività di pulizie quotidiane da parte della ditta subentrata da una ventina di giorni al vecchio gestore. Mancanza di liquidi disinfettanti, di buste per la raccolta della biancheria infetta e di altri presidi per la pulizia ordinaria e la sanificazione sono finiti all’attenzione della direzione sanitaria per le verifiche del caso. Il Policlinico Federico II ha metà dei posti Covid occupati. Al Cardarelli la Medicina di urgenza da alcuni giorni è sbarrata in attesa del trasferimento dei pazienti e della sanificazione del reparto per il riscontro di casi di infezione in corsia. «È inevitabile che si riscontrino contagi quando i pazienti sostano in pronto soccorso per giorni e giorni, talvolta settimane prima di giungere nei reparti - dice un operatorie del pronto soccorso - la prima linea dell’ospedale viene considerata da molti primari e dal bed manager una unità autonoma dove ricoverare ogni cosa, una valvola di sfogo dell’ospedale». 

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