Covid, a Napoli via i No Vax dagli ospedali: «Nessuna giustificazione, o la fiala o vanno a casa»

Covid, a Napoli via i No Vax dagli ospedali: «Nessuna giustificazione, o la fiala o vanno a casa»
di Ettore Mautone
Mercoledì 18 Agosto 2021, 09:30
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Al Cardarelli il contingente di sanitari non vaccinati, appartenenti a vari profili, tra cui anche qualche medico, conta in totale 191 persone. Dopo un'istruttoria interna, condotta sotto stretto riserbo dal medico del lavoro aziendale, e dopo aver acquisito le certificazioni mediche da parte dei curanti, sarebbero emersi oltre 90 profili che non hanno nessun motivo per rifiutare il vaccino. «Stiamo studiando la norma per adempiere a tutti i passaggi previsti onde evitare di vanificare un procedimento che mira alla sicurezza dei pazienti - avverte il manager Giuseppe Longo - dopo un'istruttoria compiuta anche dal nostro ufficio legale ci accingiamo a trasmettere i 191 nominativi alle Asl di residenza, ma siamo pronti, per i circa 90 ingiustificatamente privi di protezione vaccinale, a procedere a norma di legge, come datori di lavoro, alla sospensione o alla ricollocazione».

A che punto è il procedimento?
«L'istruttoria interna, partita con l'acquisizione dei nominativi dalla piattaforma regionale Sinfonia, è alle battute finali.

A stretto giro partiranno le notifiche alle Asl».

In cosa è consistita l'istruttoria?
«Nel pieno rispetto della privacy abbiamo chiesto lumi sulla mancata vaccinazione. Per circa un centinaio sono emersi validi motivi, uno stato di salute certificato incompatibile con la vaccinazione sia per fattori legati e intolleranze e allergie specifiche, sia per patologie tali da ritenere controindicata la profilassi vaccinale. Per questi è stata disposta, da parte del medico competente aziendale, la ratifica dell'esenzione. Abbiamo anche acquisito, in alcuni casi, il parere dei medici di medicina generale».

Quali i compiti attribuiti a voi, e quali quelli di competenza delle Asl territoriali di residenza?
«I compiti sono ben specificati dalla legge. Tramite un approfondimento con il nostro ufficio legale abbiamo chiesto se fosse necessario inviare tutti i nominativi alle Asl di residenza, oppure trasmettere solo quelli che il nostro medico competente aveva verificato vaccinabili, ma privi di copertura. Alla fine abbiamo deciso, prima di procedere, di trasmettere tutti i nominativi alle Asl. Un errore procedurale potrebbe viziare il provvedimento di sospensione e comportare lungaggini e contenziosi in attesa che si consolidi una giurisprudenza di merito».

Vi aspettate ricorsi?
«È molto probabile visto il tenore della norma e gli esiti finali dei provvedimenti istruiti».

In quali casi la mancata vaccinazione è giustificata?
«La legge prevede (il comma 2 dell'articolo 4) che solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, la vaccinazione non è obbligatoria e può essere omessa o differita. In questi casi la norma rimette tutto nelle mani del medico di medicina generale a cui spetta certificare questa condizione ostativa. Lo spirito della norma è quello di evitare nel modo più assoluto che un operatore possa essere il veicolo di un contagio. Questo andrebbe contro lo spirito costituzionalmente orientato del servizio sanitario nazionale e contro la stessa deontologia del medico il cui imperativo primario è non nuocere ai suoi pazienti. Un principio a cui si stanno orientando tutte le carte etiche redatte per le altre professioni sanitarie».

I dispositivi di protezione non bastano?
«Da soli non possono bastare a frenare i contagi in una pandemia come quella da Sars-Cov-2. Lo abbiamo capito bene nelle ondate che hanno preceduto il piano vaccinale di massa in cui le mascherine, pur utilizzate, non sono bastate a frenare il Coronavirus».

I vaccinati possono però contagiarsi?
«Le statistiche dimostrano che questo avviene con una carica virale enormemente più bassa. La vaccinazione non solo salva chi assume questo scudo ma riduce e abbatte drasticamente anche la circolazione virale e quindi, quasi sempre, risparmiando dal contagio chi gli è vicino».

Qual è lo scenario assistenziale sul fronte Covid al Cardarelli?
«Attualmente non abbiamo molti accessi. Quelli che arrivano li trasferiamo al Cotugno, principale polo di riferimento dotato anche di un pronto soccorso. Solo i pazienti che rientrano nelle reti tempo-dipendenti (ictus, infarto e trauma) li ricoveriamo nel padiglione M (ex intramoenia) e li trattiamo nel rispetto delle norme di isolamento che contraddistinguono l'assistenza ai pazienti Covid».
 

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