Covid a Napoli, pressing sull'ospedale Cotugno: «Boom di ricoveri nei reparti d'urgenza. Molti No vax, ma anche vaccinati con 2 dosi»

Covid a Napoli, pressing sull'ospedale Cotugno: «Boom di ricoveri nei reparti d'urgenza. Molti No vax, ma anche vaccinati con 2 dosi»
di Ettore Mautone
Domenica 26 Dicembre 2021, 23:04 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 07:33
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Sono cresciuti in maniera esponenziale i contagi Covid in Campania negli ultimi giorni ed è Napoli, con il suo sconfinato hinterland, in cui abitano oltre 2 milioni di persone, a svolgere la parte del leone. Qui si registrano aumenti record dell’incidenza di casi a settimana per 100 mila abitanti (attorno a 300 per 100 mila in città e picchi superiori a 400 o 500 in alcuni Comuni della provincia). Un’onda d’urto frenata solo dalla consistente massa di vaccinati, dalle terze dosi fin qui somministrate e dal fatto che la variante Omicron (contagiosissima) si presenta, nelle persone immunizzate, con i connotati di un brutto raffreddore che si ferma ai bronchi avanzando con minore frequenza verso le temute polmoniti. Tanto che le farmacie sono state prese d’assalto per effettuare tamponi rapidi alla comparsa di sintomi influenzali e prima delle riunioni in famiglia a Natale. Intanto sul fronte delle ospedalizzazioni è ancora la versione Delta di Sars-Cov-2 a dettare legge. Al Cotugno, che resta il principale Covid center della città, le corsie tendono a riempirsi ma solo nelle aree di degenza ordinaria e in sub intensiva mentre le rianimazioni scontano una elevata mortalità. 


Ieri il polo infettivologico collinare era pieno: in mattinata c’erano 9 pazienti in attesa di ricovero nell’area di Osservazione del pronto soccorso con quattro malati sottoposti a ventilazione con maschera a ossigeno o con il casco. Viste le difficoltà di trasferimento il manager Maurizio Di Mauro ha disposto la conversione ad horas della IX divisione infettivologica mettendo a disposizione della rete Covid altri 22 posti letto che vanno ad aggiungersi ai 22 attivati in I divisione una settimana fa ma subito riempiti.

Passa, pertanto, da 147 a 169 la capienza massima dell’ospedale per i ricoveri Covid, comprese le 32 unità di sub intensiva. Qui, nonostante il turn-over, c’è la maggiore richiesta di posti letto. «Con l’esperienza di due anni di pandemia - spiega Di Mauro - molti posti di degenza ordinaria sono dotati di un ventilatore. Ieri (sabato nda) un malato si è aggravato e la saturazione di ossigeno è scesa a 60, dunque c’è stato bisogno di usare un casco a ossigeno ad alti flussi anche in degenza ordinaria. Oramai, per noi, quest’approccio è la routine. Prima di trovarci in difficoltà ho scelto di anticipare i tempi». 

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I malati in ospedale? Sono sempre prevalentemente no vax ma iniziano a vedersi anche pazienti vaccinati con due dosi che hanno ritardato il richiamo con la terza. Ciò a maggior ragione se si tratta di persone fragili o anziani con molte patologie alle spalle e che scontano una senescenza anche del sistema immunitario. In pratica, attualmente al Cotugno residuano solo una quarantina, massimo 50 posti letto ancora dedicati alle cure di altre patologie infettive che non siano infezioni Covid. Meno grave, invece, la situazione in terapia intensiva: dopo il raddoppio dei posti, passati la settimana scorsa da 8 a 12, i pazienti ricoverati al Cotugno sono solo 5 e dunque ce ne sono liberi 7. Tutte stanze singole ad alto isolamento che purtroppo tendono a svuotarsi a causa dell’alta letalità del virus per i pazienti che giungono in rianimazione, quasi tutti a carico di non vaccinati.

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«Le rianimazioni tra alti e bassi restano stabili - conferma Cristina Boccia, bed manager del Cotugno - ma se abbiamo qualche posto letto in più che si libera ciò è dovuto sostanzialmente all’esito letale della malattia. La morte è ancora troppo frequente nei non vaccinati, che sono ancora tanti, e nei fragili che scontano molte patologie senza aver completato il ciclo vaccinale di terza dose. Per il resto l’ospedale è pieno e abbiamo difficoltà a reperire posti di subintensiva». Intanto la settimana in Campania si chiude con con un aumento del 77% dei contagi e del 52% dei morti: i decessi sono in media 10 al giorno contro i 6,6 una settimana fa, 6,7 di due settimane fa e 6,6 di un mese fa pur restando stabili le terapie intensive che scontano l’80 per cento di letalità: oggi 29 i posti occupati in rianimazione mentre erano 31 una settimana fa, 29 due settimane fa e 25 quattro settimane fa.
 

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