Crollo a Napoli, giù il solaio di un palazzo ai Miracoli: 27 famiglie costrette a lasciare le case

Crollo a Napoli, giù il solaio di un palazzo ai Miracoli: 27 famiglie costrette a lasciare le case
di Giuliana Covella
Martedì 9 Febbraio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 20:11
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«Da due giorni dormo ai piedi del letto di mia madre anziana e invalida, perché da domenica sera viviamo con l'incubo di vederci crollare il tetto addosso. Non siamo tra le famiglie sfollate, ma come si fa a vivere con questo patema d'animo?». Paola Arena è tra gli inquilini che tre giorni fa sono stati costretti a sgomberare da un palazzo al civico 11 di vico Tavernola ai Miracoli. Lo sgombero è avvenuto in seguito al cedimento di un solaio al terzo piano domenica sera che, dopo un sopralluogo dei vigili del fuoco, aveva reso necessario far lasciare i loro appartamenti a 5 famiglie. Per timore di altri crolli nessun altro nucleo familiare se l'è sentita di rimanere nell'edificio. Così 27 famiglie hanno dovuto abbandonare le loro case, con anziani, disabili e bambini al seguito. Tra i tanti anche una giovane donna al settimo mese di gravidanza, scesa in strada ieri mattina insieme agli altri condomini per protestare contro il Comune, proprietario dell'immobile: «Ci ha abbandonati al nostro destino», è il coro unanime degli sfollati. 

 

«Ho paura per me e per la creatura che porto in grembo.

Come faccio a tornare in una casa dove non siamo al sicuro?». Mentre guarda preoccupata la facciata del palazzo dove fino a domenica sera si sentiva al riparo, Cira Ferrigno, 37 anni, incinta al settimo mese di gravidanza, non nasconde - come gli altri inquilini - il timore di ritornare in quell'edificio. Le avvisaglie d'altronde c'erano state da mesi. Lesioni, infiltrazioni, cedimenti che periodicamente aumentavano e si verificavano sui pianerottoli dell'immobile di tre piani di proprietà comunale in vico Tavernola 11. Fino all'ennesimo smottamento che, domenica sera, ha messo in allarme i residenti. A cedere è stato il solaio all'ultimo piano, all'esterno dell'appartamento dove Guido Romano vive insieme a sua madre, Assunta Marfè, come mostra lui stesso rasentando la parete dove è affisso un quadretto di Padre Pio. «Non mi ero accorto di nulla - spiega Guido - una vicina mi ha allertato, così abbiamo chiamato i pompieri. I tecnici del settore Patrimonio ci hanno assicurato che sarebbero intervenuti, ma ad oggi ancora non si è visto nessuno».

«Siamo 27 famiglie - spiega Paola Arena - con tre persone invalide, una donna incinta e molti minori. Già da un paio di giorni al terzo piano avevamo notato una fessura che ogni giorno si apriva di più e la polvere sul pavimento aumentava. Così ho chiamato altri condomini per sollecitare un intervento e far rimuovere il cartongesso. Una signora per fortuna ha proposto di chiamare i vigili del fuoco, che sono arrivati subito e hanno buttato giù la controsoffittatura. Dopo sono venuti anche polizia, vigili urbani, Enel e Abc che per precauzione hanno sospeso fornitura idrica e energia elettrica. Il pericolo c'è, anche se i pompieri hanno fatto sgomberare solo 5 famiglie. Ma chi ci assicura che il palazzo sia agibile?Perciò abbiamo preferito andare via per la nostra incolumità».

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A scendere in strada ieri mattina in segno di protesta contro l'amministrazione comunale tante donne sfollate: «La manutenzione qui è un optional - dice Carmela Agriuccio - ci hanno detto che oggi (ieri) sarebbero venuti gli operai del Comune a puntellare l'edificio. Invece non si è visto nessuno».

«Molti di noi si sono dovuti trasferire da parenti. Io non ho potuto perché mio marito è gravemente malato - afferma Lucia Geltrude - ha tre tumori al fegato ed è in attesa di trapianto». Tanta la rabbia dei cittadini, costretti a stare in strada da domenica sera per paura di altri crolli: «come si fa a vivere con le palpitazioni col rischio di poter rimanere sotto le macerie? - si chiede Ciro Persico - questo è un palazzo trascurato. Non vengono mai a curare la manutenzione, però il Comune i soldi dell'affitto se li sa prendere». Sul posto il consigliere della III Municipalità Luigi Laudati, che ha sollecitato il Comune per verificare l'agibilità dello stabile: «All'interno dell'edificio c'è addirittura un giardino che è in condizioni di degrado e abbandono, ma la priorità ora è mettere in sicurezza l'area interessata dal crollo e garantire il diritto alla casa a 27 famiglie». 

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