Decreto Ristori, arrivano i bonifici a Napoli: «Bene solo chi fatturava tanto»

Decreto Ristori, arrivano i bonifici a Napoli: «Bene solo chi fatturava tanto»
di Valerio Iuliano
Giovedì 12 Novembre 2020, 09:00
4 Minuti di Lettura

I bonifici sono arrivati sui conti correnti e per 10mila lavoratori autonomi il ristoro erogato dal governo si traduce in un primo sospiro di sollievo. In molti casi, si tratta solo di una goccia nell'oceano, come spiegano le associazioni di categoria, ma nel quadro catastrofico attuale dell'economia cittadina è pur sempre una goccia che aiuta a curare le ferite. Di sicuro, la platea degli esercenti che hanno usufruito delle risorse del Decreto Ristori bis è ancora molto ristretta e le categorie escluse rivolgono appelli disperati all'esecutivo. 

 

A Napoli sono poco meno di 10mila gli imprenditori - dai titolari di ristoranti e bar alle strutture ricettive e una miriade di altri esercizi - che hanno ottenuto il bonifico. I bonus a fondo perduto sono riservati a quelle imprese che avevano già beneficiato del primo ristoro nella primavera scorsa. Ma in questo caso c'è una maggiorazione, la cui entità varia in base alla categoria merceologica. Si va dal 200% di ristoratori al 150% per bar e gelaterie, fino al 400% per discoteche e sale da ballo. Nel calcolo dell'importo attuale è determinante quello del primo ristoro, quando le cifre erogate variavano in base al calo di fatturato che ciascuna azienda aveva fatto registrare ad aprile 2020, rispetto a dodici mesi prima. Il meccanismo dei ristori bis favorisce, dunque, le aziende con un alto fatturato ad aprile 2019, considerato che dodici mesi dopo le imprese erano in lockdown. Inevitabili i malumori di tanti commercianti che beneficiano solo di poche migliaia di euro e la moderata soddisfazione di altri, che hanno ottenuto bonus più consistenti. Massimo Di Porzio, leader della Fipe - la federazione dei pubblici esercizi aderente alla Confcommercio - taglia corto: «I ristori sono meglio di niente. Dipendono molto dal fatturato di un'azienda ad aprile 2019. Sono una goccia nell'oceano ma meglio di niente, anche perché il governo ha mantenuto la promessa di accreditarli prima del 15 novembre. E di questi tempi non è poco. Intanto, molti esercizi non hanno ancora ricevuto il ristoro per la Cig anticipata ai dipendenti nei mesi scorsi». Il perimetro dei beneficiari è destinato ad allargarsi. Molti di coloro che non hanno goduto del bonus, e che rientrano tra i codici Ateco inseriti nell'elenco dei potenziali fruitori, potranno presentare la domanda all'Agenzia delle Entrate. Mentre tra le categorie attualmente escluse - dai professionisti agli agenti di commercio, ai tanti fornitori di ristoranti, bar e pasticcerie - si moltiplicano le proteste. «Quello arrivato dal governo - spiega il presidente dell'Ordine dei Commercialisti, Vincenzo Moretta - è un segnale di fiducia, che consente di alleviare la sofferenza di alcune fasce dell'imprenditoria.

Ma ci sono tante altre attività in grande difficoltà, come i professionisti, che non sono state incluse e che attendono un ristoro». 

Video

La categoria che ha ottenuto il maggior numero di bonus è quella dei ristoratori, che si vedranno riconosciuti - secondo i dati delle Entrate - oltre il 60% del totale degli accrediti. A Napoli sono numerosi i piccoli esercizi che si vedranno riconosciuto un bonifico piuttosto modesto, a causa dei fatturati ridotti. «Attendo un accredito di soli 2mila euro», spiega Giuseppina Aiese, titolare della Taverna del Buongustaio alla Pignasecca, un locale ultracentenario. «Il mio - spiega Aiese - è un locale di 36mq per 33 sedie. Siamo stati costretti a chiudere il 26 ottobre, in seguito all'ordinanza che sanciva la chiusura dopo le 18. Lavorare solo a pranzo è inutile. Già da molte settimane non c'erano incassi. Da marzo in poi, abbiamo avuto solo perdite. Con l'impennata dei contagi i nostri clienti abituali non sono più venuti. Speriamo di poter riaprire quando caleranno i contagi e la gente avrà meno paura. Nel mio locale c'è la fatica di 5 generazioni. Intanto, pur avendo chiuso, continuiamo a ricevere avvisi di pagamento, come la Tari del Comune di Napoli. È una vergogna». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA