Potrebbe essere arrivato a conclusione il lungo digiuno in termini di ristoro degli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale fallita a maggio di nove anni fa e nella quale quasi tredicimila persone avevamo investito oltre 720 milioni di euro. A confermarlo sono i comitati che raggruppano i risparmiatori e che in questo lungo lasso di tempo hanno seguito le vicende giudiziarie della Parmalat del mare, dalle quali finora gli investitori hanno ricavato circa il 6,5% di quanto investito nei bond del gruppo, con ultimo beneficio economico datato prima del lockdown del 2020. I risparmiatori sono certi, dopo che hanno ricevuto indicazioni in tal senso, che «entro fine anno, o al massimo all'inizio del 2022, arriverà un nuovo beneficio economico». Difficile da quantificare in termini numerici ma che, stando ai dettagli forniti dagli obbligazionisti, sarà almeno dell'1,5%. Un dato che viene fuori dalla quantificazione dei beni che le due curatele fallimentari - quella della compagnia di navigazione e quella della società di fatto ritenuta operante parallelamente e impegnata a distrarre i soldi dei risparmiatori - si apprestano ad alienare. «nei prossimi mesi dovrebbero trovare una migliore collocazione immobili come il palazzo di via Crispi a Napoli, villa Gina, ovvero la struttura residenziale che ospitava i coniugi Iuliano (l'ex amministratore unico, il defunto Michele, è uno dei tre fondatori della Deiulemar, i terreni edificabili a Roccaraso.
In programma a settembre anche la cessione di un terzo lotto dei pastori della collezione privata di Lembo, lotto nel quale sono inseriti anche due dipinti attribuiti a Luca Giordano.