Dema: licenziamenti vicini, sciopero a oltranza

Dema: licenziamenti vicini, sciopero a oltranza
di Pino Neri
Mercoledì 17 Febbraio 2016, 12:52
3 Minuti di Lettura
SOMMA VESUVIANA - Il baratro è dietro l’angolo per la Dema di Somma Vesuviana, l’azienda dell’indotto aeronautico più grande della regione, con i suoi 800 dipendenti dislocati tra gli impianti di Somma, di Paolisi, in provincia di Benevento, e di Brindisi.
Ieri infatti si è rotta la trattativa in sede regionale sulla procedura di licenziamento per 99 dei 457 addetti dell’impianto vesuviano, la fabbrica capofila, ubicata in via San Sossio. I lavoratori, con l’avallo delle rsu di Fim, Fiom e Uilm, sono in sciopero a oltranza da ieri pomeriggio. E per oggi sono previste proteste di piazza. Il proprietario, Vincenzo Starace, imprenditore puteolano, durante il faccia a faccia sindacale di ieri, mediato dall’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmeri, ha fatto sapere attraverso il suo staff aziendale di voler vendere alla Seri spa di Piedimonte Matese, di Vittorio Civitillo, imprenditore che si occupa di varie produzioni, dai pannelli solari al recupero delle batterie esauste.

Nulla a che vedere dunque con le produzioni aeronautiche, peraltro complesse, di cui si occupa Dema, come per esempio i componenti per l’abitacolo dei velivoli a reazione. Ma non è solo questa la causa dei timori dei lavoratori. Fanno paura anche l’annunciata suddivisione aziendale attraverso almeno due new company. «Temiamo ovviamente il solito spezzatino - spiegano operai e impiegati mentre controllano i varchi della fabbrica - che sarà il preludio di una triste e silenziosa morte delle attività». Lavoratori che si sono organizzati in turni per sorvegliare giorno e notte lo stabilimento. La Dema produce componenti, tra gli altri, per i turboelica Atr dell’Alenia, per gli elicotteri Agusta Westland e per i velivoli commerciali C-Series della canadese Bombardier.

Proprio di recente però il sito di Montreal è stato fatto chiudere mentre quello di Brindisi è flagellato da una copiosa cassa integrazione. Ora però l’allarme rosso scatta anche per l’impianto-madre di Somma Vesuviana. Nel frattempo l’azienda in un comunicato spiega che «a partire dal 2013 Dema ha registrato una riduzione di fatturato tra i 15 e i 20 milioni di euro per ciascun anno “ e che “ parallelamente si è aggravata la problematica della dinamica finanziaria, alla quale si sono aggiunte, negli ultimi anni, anche le difficili condizioni del mercato aeronautico».

«Non sono risultate sufficienti - aggiunge l’impresa di Starace - le diverse azioni poste in essere dall’azienda per ridurre i costi, da ultimo l’accorpamento dei siti produttivi di Pomigliano e Somma Vesuviana. Né tantomeno l’utilizzo degli ammortizzatori sociali». Per quanto riguarda la Seri, Dema specifica che «il soggetto investitore individuato è interessato a garantire la continuità dei rami aziendali, ipotizzando prudenzialmente uno scenario di ricavi in linea con quello consuntivo del precedente triennio e basandosi sul presupposto che la struttura dei costi garantisca la marginalità delle commesse». Ma sui licenziamenti l’azienda è inamovibile: «la definitiva gestione degli esuberi strutturali rappresenta la condizione necessaria e imprescindibile per l’investimento del partner industriale-finanziario e per la conseguente risoluzione dell’attuale grave criticità finanziaria, garantendo un consolidamento delle attività industriali e tutelando l’occupazione delle restanti 358 risorse impiegate presso il sito di Somma Vesuviana». Intanto le prossime riunioni tra sindacati e azienda, programmate per il 24 al Mise e per il 26 in Regione sono pericolosamente vicine alla data di scadenza della procedura di licenziamento, fissata al 4 marzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA