«Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la medicina il vostro cibo», suggerisce la ricercatrice Luigia Cristino, citando Ippocrate per presentare i risultati dell'ultima scoperta targata Cnr. A proposito della dieta intelligente. «Modelli sperimentali e studi epidemiologici dimostrano che l'alimentazione ha un impatto sulla funzione cerebrale». Di più. «L'obesità porta ad alterazioni dei circuiti dell'ippocampo e della capacità di svolgere bene determinati compiti cognitivi». In particolare, il lavoro su Nature Communications ipotizza che il peso in eccesso renda più difficile anche memorizzare cosa e quanto si è mangiato, aumentando la probabilità di errori a tavola. «Comprendere come si regolano istintivamente questi comportamenti diventa importante per sviluppare strategie terapeutiche mirate», sottolinea Vincenzo Di Marzo, coautore della pubblicazione scientifica. Diversi meccanismi cellulari e molecolari incidono sull'appetito e i disturbi metabolici sul sistema nervoso.
Ma, prima di arrivare a casi estremi, si può già dire che la dieta occidentale, ricca di grassi saturi, zuccheri raffinati e povera di fibre, influisce sul numero di sinapsi e sul tipo di connessioni neuronali in precisi meccanismi, come quelli della memoria episodica. «Il ricordare, ad esempio, a distanza di giorni, dove abbiamo nascosto un oggetto», spiega Cristino, che dirige il laboratorio di Neurochimica e plasticità sinaptica all'Icb, Cnr di Pozzuoli.
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«Dà buoni riscontri cognitivi simili a quelli della dieta Dash consigliata contro l'ipertensione perché povera di sodio, ma ricca di frutta, verdure e noci, con latticini e carne magre, pesce e cereali integrali», certifica la biologa. C'è poi la dieta nordica con un'ampia scelta di frutti di bosco (che contengono polifenoli, anti-ossidanti e altri composti bioattivi), oltre a segale, avena, orzo e fibre. «In studi a lungo termine sulla popolazione, si associa a un punteggio più alto nei test di fluidità verbale e memoria semantica rispetto a quello ottenuto dai consumatori della dieta occidentale». Al contrario, mangiare quasi mai pesce e frutti di mare (acidi grassi polinsaturi) può favorire depressione e schizofrenia.