Il disastro dei cimiteri a Napoli,
solo trenta operai e zero risorse

Il disastro dei cimiteri a Napoli, solo trenta operai e zero risorse
di Paolo Barbuto
Mercoledì 5 Febbraio 2020, 08:18
3 Minuti di Lettura
Ieri vi abbiamo raccontato, con tante foto così come facciamo oggi, l'agonia del cimitero monumentale di Napoli. Il degrado che pervade quel luogo è imbarazzante, i pericoli si rincorrono ad ogni passo, l'immondizia avvolge i percorsi dei vivi e le ultime dimore dei morti. Ma chi dovrebbe prendersi cura dell'area cimiteriale di Poggioreale che, nel suo complesso, si estende per 400mila metri quadri ed è la più grande d'Europa? Dovrebbe farlo il Comune attraverso i suoi dipendenti, ed è questo il problema, perché attualmente a quei 400mila metri quadri di cimiteri sono destinati in tutto 31 addetti: otto alla custodia del Nuovissimo, cinque a quella del Monumentale, sei ad occuparsi esclusivamente alla sala deposito e 12 con compiti specifici di pulizia.

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I NUMERI
È chiaro a chiunque che trenta persone non possono garantire la custodia, la pulizia e la protezione di un'area vasta quanto cinquanta campi di calcio, edificata come una favela e ricca di opere artistiche: ecco perché i cimiteri di Poggioreale sono così malridotti.
Ah, a proposito, qualche giorno fa c'è stato il crollo di un muro che ha fatto rovinare al suolo un buon numero di loculi e tanti resti di poveri morti: quel cedimento ha causato anche la spaccatura di una grossa conduttura dell'Abc, così da qualche giorno a Poggioreale non c'è acqua. A voi lettori potrà sembrare una banalità: non la pensereste così se il vostro lavoro fosse quello di seppellire i morti o di esumare le salme perché in certi casi potersi lavare con l'acqua corrente è determinante.
 
 

IL PERCORSO
Siamo tornati anche ieri al cimitero Monumentale dove, nella prima puntata della nostra inchiesta, avevamo scoperto ampie tracce di abbandono e di degrado. Dobbiamo recitare un mea culpa: il degrado del quale vi abbiamo raccontato sulle pagine del Mattino di ieri era una percentuale irrisoria di quello che realmente travolge quel cimitero. Ieri vi abbiamo mostrato lo scempio di un loculo senza marmo dal quale sporgevano i resti mortali ma tornando in quel cimitero e percorrendolo metro per metro, abbiamo trovato almeno altre dieci situazioni analoghe; Nel primo giorno dell'inchiesta vi abbiamo raccontato che c'era qualche luogo di accumulo di immondizia d'ogni genere, poi abbiamo scoperto che non si tratta di qualche luogo ma di centinaia di differenti discariche sparpagliate ovunque, finanche nelle tombe, perfino nelle cappelle poco frequentate che sono riempite fino al soffitto di resti di materiale edile. Molte di quelle discariche sono state date alle fiamme.

I RIFIUTI SPECIALI
Immaginate tutti che le casse da morto di legno, o di zinco, devono seguire un percorso di smaltimento rigoroso e speciale, ovviamente. Ieri abbiamo trovato almeno una decina di casse nascoste fra i viali del cimitero mentre le brandine lasciate in giro erano almeno il doppio. Le brandine sono reti sulle quali vengono adagiati i corpi in attesa della decomposizione: secondo voi è corretto che vengano lasciate appoggiate al muro di una cappella o dietro un vialetto del cimitero?

I RITI
Nel percorso accurato di ieri mattina ci siamo imbattuti anche nei resti di un rito, probabilmente satanico, certamente illegale. Da una porzione della tomba del povero maestro Napoleone Cesi (figlio del più illustre pianista e compositore Beniamino) è stata rimossa una lastra di marmo: all'interno un piattino con residui di materiale di colore rosso, una bambola con spilli conficcati, un involucro di stoffa stretto in un nastro rosso e la foto del povero maestro Napoleone Cesi strappata dalla lapide e messa al centro della struttura rituale. Chi frequenta il cimitero spiega che episodi del genere accadono con frequenza.
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