Campania zona gialla, l'ira di De Luca: pronta l'ordinanza per chiudere le scuole

Campania zona gialla, l'ira di De Luca: pronta l'ordinanza per chiudere le scuole
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 5 Novembre 2020, 07:00 - Ultimo agg. 21:43
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Alla fine la Campania, tra la sorpresa di tutti, finisce nella zona a minor rischio. Dopo un'altalena che, nel giro di poche ore, fa muovere la regione da un'area all'altra come un Monopoli. Almeno sino a questo fine settimana quando, con il previsto aggiornamento, potrebbe finire nella zona arancione. Quella, cioè, appena un gradino sotto l'area a maggior rischio. Il governatore De Luca, che già due settimane fa annunciava il lockdown campano, non commenta ma è facile immaginare il suo malumore ieri sera quando Conte ha annunciato la nuova geografia del Dpcm e la collocazione blanda di questa regione. Che, aggiungiamo, proprio ieri sfonda il muro dei 4mila positivi. Ma per capire il nervosismo di De Luca basta riavvolgere il nastro e ascoltare le parole di ieri pomeriggio: «Il coprifuoco alle 22 più che contro il Covid sembra contro il randagismo». E quasi minaccia: «Si assumerà il governo la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate». 

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Tra algoritmi e parametri vari si corre il rischio di perdersi. Alla fine, ieri sera, il ministero della Salute e il Cts sulla base dei numeri stilano i criteri. Dove a pesare non sono solo i dati dei contagi o dei posti letto occupati ma anche i numeri che le regioni non mandano o spediscono in maniera incompleti. È il caso della Valle d'Aosta che da due settimane manda una percentuale di dati inferiore al 63 per cento. E finisce nell'area rossa come la Lombardia, il Piemonte e Calabria. Puglia e Sicilia vengono inserite nell'area arancione (a rischio intermedio) e tutte le altre, compresa la Campania, in quella gialla (con criticità moderata). Ma per la nostra regione lo scenario potrebbe cambiare già questo fine settimana. Oggi, infatti, le posizioni, Campania compresa che ha fornito dati parziali, sono state regolate in base ai dati della settimana che terminava il 25 ottobre.

Entro domani, invece, occorre fornire i dati di quella terminata il primo novembre e sembra che la tendenza sia quella di un passaggio alla zona arancione. Conferma che arriverà tra sabato e domenica quando verranno ufficializzate le nuove decisioni che rimarranno valide per almeno 15 giorni. 

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Comunque sia è un caos e l'aria tra premier e governatori è sempre più tesa. Con quest'ultimi che, due giorni fa, approvano all'unanimità un documento molto duro esprimendo «forti perplessità e preoccupazione» sul nuovo Dpcm. A cominciare dai dati che servono per verificare in quale zona di pericolo finisce una regione. «Si rende indispensabile instaurare un contraddittorio per l'esame dei dati con i dipartimenti sanitari regionali. Non appaiono chiare le procedure - scrivono - e le modalità con cui vengono definite le aree». E, aggiungono «vengono compressi ed esautorati i ruoli delle regioni». Un attrito forte che viene alleggerito solo dalla moral suasion del presidente Mattarella. Ma ieri pomeriggio il governatore De Luca rende plastico tutto questo malessere.

«L'ultimo Dpcm stabilisce il blocco della mobilità dalle 22 alle 5. Sembra francamente che sia una misura più che contro il Covid, contro il randagismo, visto che non interessa il 99 per cento dei cittadini. Ma la cosa grave è che, nel frattempo, - attacca De Luca - non si decide nulla rispetto alle decine di migliaia di persone che, nei fine settimana, nelle domeniche, si riversano in massa sui lungomari e nei centri storici, senza motivi di lavoro o di salute, e nell'assenza di ogni controllo». Poi un affondo duro contro il governo: «Anziché scegliere in modo chiaro la linea della prevenzione del contagio, si sceglie di intervenire dopo che il contagio è esploso. È una linea poco responsabile e soprattutto poco efficace dal punto di vista dei risultati. In più non si è data a tutti i cittadini la percezione della drammaticità della situazione, spingendo tante persone, anche per la mancanza di controlli rigorosi ed efficaci, verso comportamenti di lassismo o di vera e propria irresponsabilità». E per oggi è prevista una nuova ordinanza regionale per tenere chiuse le scuole nonostante la Campania ricada in una zona dove non è previsto. 

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Nel frattempo l'ultimo report dei contagi campani non disegna nulla di buono. Cala sì la percentuale positivi-tamponi che si attesta al 19,2 per cento (il giorno prima al 21,5), ma in termini oggettivi il numero dei positivi sfonda per la prima volta quota 4mila (4.181 su 21.684 tamponi). E, infine, risultano calate le persone in intensiva ma solo per un errore: non le 227 comunicate ma 182. 

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