Emergenza rifiuti a Napoli, Pianura denuncia il Comune: «È disastro ambientale»

Emergenza rifiuti a Napoli, Pianura denuncia il Comune: «È disastro ambientale»
di Daniela De Crescenzo
Martedì 7 Gennaio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 11:42
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Nel gioco dell'oca dei rifiuti sono ancora tante, troppe, le caselle che risultano irraggiungibili. Ieri Asìa, la società del Comune incaricata di svuotare i cassonetti, ha scaricato più di mille tonnellate nel tritovagliatore (stir) di Caivano, ed ha lustrato i Vergini e piazza Mercato. Ma a terra restano sempre più di quattrocento tonnellate di spazzatura e continuano a soffrire soprattutto le periferie.

A cominciare da Pianura dove Pasquale Strazzullo, consigliere di Fratelli d'Italia della Municipalità, ha consegnato alla magistratura e pubblicato su facebook un esposto per chiedere di verificare ed eventualmente perseguire per disastro ambientale l'amministrazione comunale e anche di verificare se risulta legittima la riscossione della Tari, mentre Raffaele Ambrosino, ex consigliere comunale della zona nord, quella di Scampia, ha fondato un comitato per chiedere l'abbattimento della tassa. A sua volta l'ex consigliere regionale di Alleanza Nazionale Pietro Diodato annuncia dalla sua pagina: «Domani alle 8 presso il Parco Attianese partirà un pullman, messo a disposizione da me, per raggiungere l'ufficio del sindaco. Il motivo di tutto ciò è per la raccolta rifiuti. Speriamo nella vostra presenza!». Diodato propone, poi, alle mamme di non far entrare i figli a scuola se non ci saranno interventi massicci di rimozione della spazzatura. Pianura, il quartiere degli scontri per la discarica del 2008, torna a protestare, e i cumuli restano anche in molte altre zone della città: una situazione difficile che ha convinto i vertici di Asìa a chiedere ancora un incontro con la Sapna, la società della Città Metropolitana che gestisce i tritovagliatori. Questi, come succede ormai da anni, sono zeppi di spazzatura e funzionano con lentezza. Ma non solo. La presidente dell'azienda comunale Maria De Marco sottolinea che nello stir di Giugliano si è tenuta un'assemblea sindacale il 3 gennaio mentre il 5, domenica, è stata organizzata una disinfestazione e l'impianto è stato chiuso in anticipo. Dal primo gennaio, secondo l'azienda, sono stati dati in tutti gli stir accessi preferenziali ai comuni della provincia in difficoltà, mentre i camion di Asìa restavano in fila.
 


Negli ultimi giorni in media ci sono stati in coda sempre almeno ottanta mezzi. Domenica, poi, è rimasto chiuso il tritovagliatore di Caivano che solitamente nel giorno festivo resta aperto per consentire a Napoli di smaltire gli arretrati. L'impianto ha riaperto ieri quando sono rimasti, invece, chiusi Giugliano e Tufino. In questo bailamme ovviamente non è stato possibile far sparire la spazzatura che resta accumulata nei cassonetti. In media, e basta guardare il sito della Sapna per riceverne conferma, Asìa a dicembre ha scaricato mille tonnellate al giorno: più delle novecento dei mesi precedenti, ma meno delle mille e duecento richieste e autorizzate. E ci sono stati anche dei giorni neri: il 25 dicembre, ovviamente un festivo, sono state portate agli impianti solo 567 tonnellate. E quando si creano degli arretrati ritornare nella norma diventa molto difficile in una città dove al posto di un sito di trasferenza si usa un bilico, cioè un grande camion, come piattaforma per depositare la spazzatura raccolta dai mezzi più piccoli. La presidente di Asìa De Marco ha più volte ripetuto che da oggi partirà la riorganizzazione aziendale. Ma il primo compito che tocca all'azienda, e soprattutto all'amministrazione che deve fornire le indicazioni politiche, sarà quello di scegliere e attrezzare il sito di trasferenza. Dove? Impossibile saperlo ora, ma è evidente che qualunque scelta è destinata a suscitare polemiche e proteste.
Perché, è inutile girarci intorno, tutti ritengono necessari gli impianti, ma solo a casa degli altri.

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