Fase 2 a Napoli, resta il lockdown sulle isole del Golfo: «Giusto non rischiare ma poi dateci un piano»

Fase 2 a Napoli, resta il lockdown sulle isole del Golfo: «Giusto non rischiare ma poi dateci un piano»
di Anna Maria Boniello e Ciro Cenatiempo
Domenica 3 Maggio 2020, 12:00 - Ultimo agg. 13:11
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La Regione concede ancora una settimana di lockdown, con il divieto di sbarco prorogato fino al 10 maggio ai non residenti a Capri, Ischia e Procida, ma in tutte e tre le isole è aperto il dibattito sulle modalità attraverso le quali favorire il ritorno alla normalità. Premesso che per il momento non è all'ordine del giorno la questione seconde case - che interessa un miniesercito di trentamila persone nella sola isola d'Ischia - nè è realistica l'ipotesi di una ripresa dei flussi turistici, la parola d'ordine è gradualità. Lo sottolinea il sindaco di Procida, Dino Ambrosino: «Ci sarà chi ha diritto a rientrare, cioè chi fa parte della popolazione stabile di Procida che è rimasto bloccato a metà marzo, poi ci saranno i cittadini campani che hanno la residenza a Procida: ci sarà un po' più di gente sui traghetti e questa ulteriore limitazione servirà a sottolineare la gradualità della ripresa». Il sindaco di Capri, che il primo maggio aveva scritto una lettera al governatore De Luca sottolineando i rischi di un accesso improvviso e incontrollato, considerata anche la fragilità del sistema di assistenza sanitaria sull'isola, ieri ha tenuto una riunione con la sua maggioranza dopo la quale ha varato un'ordinanza che stabilisce l'ingresso dei lavoratori di servizi essenziali come gli impiegati di poste, banche e uffici pubblici e dei dipendenti del comparto alimentare, che saranno monitorati in terraferma. «La riapertura - ha precisato il sindaco Marino Lembo - deve avvenire in piena sicurezza per la salute della cittadinanza e degli ospiti tenendo come obiettivo una ripresa economica di tutte le attività della rete commerciale e turistica di Capri». Artigiani, operai e impiantisti dovranno fare richiesta 48 ore prima dell'arrivo e saranno anch'essi monitorati all'imbarco e muniti di autocertificazione; sancito in questa fase il netto divieto di arrivare a Capri per i proprietari di seconde case.
 


Preoccupazione e speranze a Ischia. «La stagione turistica è perduta. Anzi, non del tutto», sembra essere il mantra, qui dove il comparto cruciale, l'industria delle vacanze, annaspa tra i margini di una frattura decisionale e operativa, complessa e drammatica. «Lo Stato deve ripristinare immediatamente l'indennità di disoccupazione per i lavoratori stagionali fino al febbraio 2021», tuona il sindaco di Forio, Francesco del Deo, presidente dell'associazione nazionale dei 35 Comuni delle isole minori d'Italia. «Bisogna rimettere al centro il lavoro, non la finanza aggiunge Del Deo e l'Europa e le Regioni devono fare la propria parte. Ora serve una chiusura controllata, e protetta dal sussidio per i dipendenti, per arrivare pronti all'apertura della stagione 2021 con una sicurezza nettamente superiore». Non facile. Con la voce di Federalberghi e del presidente Luca D'Ambra, si fa strada l'idea che «bisogna riaprire adesso, come altrove, con garanzie forti e accorgimenti». C'è chi evidenzia «rischi alti» dello scenario, anche se si punta a una normalizzazione soft e graduale. In sintesi lo condividono gli interlocutori - senza una dichiarazione dello stato di crisi per il turismo e il sostegno del governo, non si esce dall'impasse. «Ma non dobbiamo fare affermano gli operatori - né di più né di meno del resto del paese, l'isola non cambia l'identità vacanziera. Certo, ci vuole il top della sicurezza, altrimenti si va allo scatafascio». Il settore dell'ospitalità chiede «chiarezza e uniformità nelle norme da seguire». Non è scontato. C'è la questione del cordone ombelicale con la terraferma, i trasporti marittimi: la «fase 2» slitta di una settimana. «Lo stop allo sbarco prorogato dalla Regione fino al 10 maggio rileva il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino - è un provvedimento suscettibile di variazione con la curva epidemiologica. Però non bisogna pensare solo all'esigenza sanitaria. C'è la tenuta dell'economia reale». Non è impossibile cavare il ragno dal buco, almeno sulle vie del mare. «Va scongiurato l'isolamento. Con le giuste cautele Ischia deve ripartire dal turismo di prossimità e dai proprietari di seconde case. Siamo pronti: garantiremo il distanziamento sociale a bordo, con la riduzione della stazza delle nostre unità», ricorda Salvatore Lauro, presidente di Volaviamare. «Trasporteremo precisa - meno utenti, in piena sicurezza. Abbiamo già inoltrato all'utenza l'invito ad acquistare online il biglietto, evitando assembramenti alle biglietterie». Il dramma è però dietro l'angolo. «La stagione 2020 - dice Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale - è compromessa. Solo con un sostanziale aiuto del governo per le attività e i lavoratori in difficoltà, si può iniziare a programmare la ripartenza per l'anno prossimo». Con un occhio rivolto oltre. «È fondamentale ricorda Di Scala - procedere all'istituzione del comune unico. La frammentazione territoriale ha mostrato tutti i suoi limiti nella fase emergenziale». All'orizzonte non c'è altra valutazione se non che «il turismo per noi è vitale - come puntualizza Giosi Ferrandino, europarlamentare - e ha necessità impellente di risposte.
Capisco le difficoltà, ma chiedo alla Regione, che ha operato in modo encomiabile, uno sforzo ulteriore per sostenere le realtà turistiche come Ischia, nell'affrontare la ripartenza. Servono direttive chiare, immediatamente eseguibili, un impegno economico importante, sorretto anche dalle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea».

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