Fase 2 in Campania, De Luca cede: sì a take away e orari liberi per ristoranti e pizzerie

Fase 2 in Campania, De Luca cede: sì a take away e orari liberi per ristoranti e pizzerie
di Paolo Barbuto
Domenica 3 Maggio 2020, 09:00 - Ultimo agg. 09:03
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Contrordine napoletani: i ristoranti della città e dell'intera regione saranno ammessi al take away, si potrà ordinare il cibo preferito e andarlo a ritirare personalmente senza la mediazione dei rider. Sembra un passo piccino in avanti e invece è un gigantesco salto verso una normalità che ciascuno vorrebbe ma che è ancora troppo lontana.

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Fermarsi, riflettere, confrontarsi, cambiare idea se necessario: in tempi di difficoltà e di crisi è importante saper tornare sui propri passi e rivedere certe decisioni. È ciò che ha fatto ieri il presidente della regione, De Luca, dopo aver avuto un costruttivo confronto con i presidenti delle camere di commercio delle cinque province della Campania, Ciro Fiola (Napoli), Andrea Prete (Salerno), Tommaso de Simone (Caserta), Oreste La Stella (Avellino), Antonio Campese (Benevento). L'incontro è avvenuto a Salerno ed è durato il tempo necessario a chiarire che ciascuno è pronto a fare la sua parte e a continuare con piccoli sacrifici ma bisogna offrire uno spiraglio a chi si trova in grave difficoltà.

Sul tavolo la questione della ristorazione ma non solo. Al presidente sono state presentate anche le istanze di tutte le altre categorie commerciali in ginocchio e De Luca ha promesso ai presidenti delle Camere di Commercio che terrà presente ogni singolo dettaglio.
 

 

Viene consentito ai cittadini di prenotare (al telefono oppure on line) per poi andare a ritirare il proprio cibo preferito, dalla pizza ai primi piatti, dai dolci di pasticceria ai gelati, dalla rosticceria al panino del pub al kebab. Sarà possibile andare a prendere il cibo ovunque e a qualsiasi ora. Ecco perché la nuova ordinanza cancella i limiti di orario alle aperture dei locali e contestualmente cancella pure le limitazioni alle uscite dei cittadini i quali non dovranno più rispettare i tempi inizialmente dettati dalla Regione (mattina presto e periodo 19-22) per potersi sgranchire: ognuno potrà uscire quando desidera, ovviamente mettendo la mascherina e mantenendo le distanze di sicurezza: «È un atto di fiducia sul senso di responsabilità di tutti - sono le parole del governatore affidate a un comunicato della Regione - Rimane l'obbligo per ognuno di contribuire alla non diffusione dell'epidemia. Si farà alla fine della prossima settimana una verifica. Eventuali comportamenti errati porterebbero alla revoca di queste decisioni».
 

Il risultato rende felice Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio napoletana che ha partecipato alla riunione: «Si tratta di un risultato condiviso, di un obiettivo che tutti hanno voluto. Non si parli di vittoria delle camere di commercio perché è stato solo il completamento di un percorso già avviato e seguito con moderazione e metodo. La nuova ordinanza è l'esempio di come i risultati si ottengono con il dialogo e non con le proteste o con gli scontri a muso duro».

La svolta viene considerata come un successo da Pasquale Russo, direttore generale di Confcommercio Campania: «È importante che siano state accolte le nostre richieste e ora si deve procedere alla riapertura progressiva anche di tutti gli altri settori, dal commercio alle imbarcazioni, dai servizi a estetiste e parrucchieri. Abbiamo perso sin qui oltre un miliardo di euro ed è anche per questo motivo che abbiamo organizzato una grande iniziativa online per lunedì con tutti i settori delle imprese e del commercio. Avremo oltre mille imprese collegate per redigere un documento che sarà sottoposto alla Regione e alle istituzioni locali per rilanciare l'economia e l'occupazione».
 
 

Nel giorno in cui i ristoratori festeggiano, arriva invece un grido di disperazione dagli esercenti del Centro Direzionale per i quali le riaperture, totali o parziali, non hanno nessun significato: «Noi viviamo solo grazie agli uffici che qui però non aprono ancora - dice Susy Aruta in rappresentanza di bar e ristoranti della zona - domani, mentre gli altri si prepareranno al take away, noi ci riuniremo per scrivere una lettera in cui chiederemo soccorso alla Regione: abbiamo disperatamente bisogno di aiuto». 

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