Fase due a Napoli, il monito del comandante della Guardia di Finanza: «Centinaia di speculatori, nessuno la farà franca»

Fase due a Napoli, il monito del comandante della Guardia di Finanza: «Centinaia di speculatori, nessuno la farà franca»
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 1 Maggio 2020, 10:00
4 Minuti di Lettura

Chi in questi ultimi mesi ha speculato sull'emergenza è già sul libro nero e non la passerà liscia. «C'è chi ha approfittato per ricaricare ingiustamente i prezzi, sia di prodotti alimentari che sanitari. In parte la nostra risposta è già arrivata, con tantissime sanzioni, ma stiamo lavorando anche su un consistente numero di denunce in sede penale». La mano contro ogni forma di sciacallaggio sarà pesante: lo conferma il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, generale Gabriele Failla
 


Ci sono stati tanti rincari ingiustificati...
«All'emergenza sanitaria si è ormai affiancata quella economica, che nel medio lungo periodo potrebbe rivelarsi perfino più grave. Mentre la maggior parte delle attività commerciali sono costrette a rimanere chiuse, quei pochi esercenti che sono aperti perché vendono generi di prima necessità, sia alimentari che farmaceutici, sembra che stiano approfittando per adottare rincari sui prezzi che aggravano le difficoltà economiche delle famiglie. E in più l'emergenza sanitaria è tutt'altro che risolta».

Che cosa sta facendo la Guardia di Finanza?
«La priorità resta tuttora l'emergenza sanitaria. La fase 2 è stata preannunciata, ma siamo ancora in fase 1, quindi ci concentriamo sui controlli negli spostamenti, sul distanziamento sociale e sul regolare esercizio delle attività commerciali. Ma sappiamo bene anche della diffusa politica di rincaro dei prezzi e, in mancanza per ora di una norma che ci consenta di contestare l'eccesso di rincaro come violazione in sé, stiamo verbalizzando i casi di mancata esposizione dei prezzi, spesso omessi proprio per far sì che il consumatore si accorga solo alla cassa - o addirittura a casa - di quanto ha effettivamente speso. Si tratta di sanzioni pesanti superiori a 1000 euro per una singola contestazione».

Ma qual è la strategia in particolare contro gli speculatori?
«In alcuni casi sono partite anche denunce penali per speculazione sulle merci, ipotesi complessa non sempre facile da configurare. Faremo tesoro dei rilevamenti sui prezzi e sui rincari che stiamo svolgendo in questo periodo, anche sulla base delle segnalazioni al nostro numero 117, perché i soggetti che stanno adottando ora le più alte percentuali di ricarico si ritroveranno ai primi posti nella graduatoria dei contribuenti da verificare nei prossimi mesi, per il recupero a tassazione di quei profitti».

E sui finanziamenti pubblici a sostegno delle imprese, il famoso decreto liquidità che eroga 400 miliardi, come farete a scoprire se si nasconde la mano delle mafie dietro a qualche società richiedente? Come vi preparate a contrastare questo prevedibile assalto?
«La nostra normativa antimafia è molto accurata ed ampiamente adottata ad esempio per applicare misure interdittive contro le imprese in odore di camorra. Col decreto liquidità però la platea dei potenziali beneficiari si estende molto, si ipotizzano più di tre milioni e mezzo di soggetti economici interessati. Il primo filtro sarà quello delle banche che valuteranno i requisiti economici delle imprese; poi attraverso sistemi di tracciabilità delle operazioni di finanziamento e spesa, la Finanza potrà svolgere il suo ruolo centrale nel selezionare sia soggetti anomali sia flussi finanziari inquinati dall'infiltrazione mafiosa. Per fare questo è stata rinforzata la nostra dorsale informatica perché saranno necessarie analisi rapide di grandi masse di dati. L'obiettivo è quello di proporre tempestivamente misure interdittive al prefetto o l'avvio di indagini alla Procura, anche nell'ottica di revocare i finanziamenti pubblici finiti nelle mani sbagliate».

Esiste un problema legato ad una possibile esplosione del fenomeno usura?
«Assolutamente sì, tanto che pochi giorni fa abbiamo arrestato un usuraio a Massa Lubrense. Più in generale, l'attuale emergenza costringe sempre più persone a ricorrere anche a micro-finanziamenti oppure al cosiddetto Welfare criminale, cioè a forniture gratuite di generi di prima necessità da parte della camorra, che poi vincolano però i destinatari a restituzioni ben più onerose e gravi.
Detto in altri termini, i destinatari non potranno poi sottrarsi dal diventare manovalanza della camorra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA