Furto in Croazia, gli agenti napoletani
al pm: «Scorta? Lì per aprire ditta»

Furto in Croazia, gli agenti napoletani al pm: «Scorta? Lì per aprire ditta»
Sabato 5 Dicembre 2020, 19:55
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Hanno fornito una versione dei fatti completamente diversa da quella ipotizzata dagli inquirenti croati, i due poliziotti napoletani arrestati nel Paese balcanico, qualche giorno fa, con l'accusa di furto, insieme con un carabiniere di stanza nel Casertano. Nessuna scorta a un imprenditore napoletano - hanno riferito - che doveva recarsi in Croazia per ritirare una ingente somma di denaro, come ipotizzato dal magistrato della Croazia che sta indagando sul furto denunciato da un altro imprenditore italiano di 31 anni. Una persona - hanno sottolineato agli investigatori del Paese balcanico - che non conoscono e con la quale non sono mai entrati in contatto.

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Agli inquirenti hanno riferito di essersi recati in Croazia, insieme con il carabiniere, per sondare la possibilità di aprire lì una piccola società, così come gli aveva prospettato il militare loro amico, con il quale sono partiti in auto e con il quale poi stati arrestati mentre erano sulla via del ritorno.

A supporto di questa versione dei fatti hanno mostrato ai pm croati una mail, ricevuta prima di partire, con la quale un avvocato croato li convocava lì per discutere della possibile apertura dell'attività commerciale, a fronte di un investimento esiguo, circa mille euro.

Ieri mattina l'autorità giudiziaria croata ha deciso di rilasciarli, evidentemente dopo riscontri positivi alle loro dichiarazioni. Secondo quanto si è appreso tutti i testimoni ascoltati avrebbero riferito di non averli visti insieme con i tre italiani, attualmente ancora in stato di arresto.

Gli agenti e il carabiniere, dopo la scarcerazione, si messi in contatto con le famiglie da una cabina telefonica (i cellulari sono rimasti sotto sequestro come l'auto con la quale si erano messi in viaggio, di proprietà del carabiniere, ndr) e poi hanno preso un treno per l'Italia. Solo stamattina sono giunti a Napoli. I due agenti sono stati ascoltati dai colleghi della Questura di Napoli, come persone informate sui fatti. In settimana, secondo quanto si è appreso, verranno anche ascoltati dai magistrati della Procura partenopea incaricati di fare luce sul caso.

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