Le indagini hanno portato alla luce il meccanismo fraudolento escogitato per non versare imposte. È stato accertato, in particolare, che nel corso del 2017 sono giunti in Italia tramite il TIN di Nola, provenienti da un deposito di stoccaggio belga, circa otto milioni di prodotto energetico assimilabile al gasolio, ma in realtà miscelato con olio vegetale e destinato a una società austriaca. Essendo l'Italia luogo di transito non sarebbe stata versata alcuna imposta. Inoltre, gli olii lubrificanti circolano corredati solo di lettera di vettura internazionale (CMR) e non con il previsto documento amministrativo elettronico di accompagnamento (e-AD) che consente una tracciabilità informatica dei prodotti energetici assoggettati all'accisa, tra cui il gasolio. Diversamente, un prodotto energetico oggetto di vendita tra due Stati ove l'accisa non è dovuta viaggia scortato da una semplice lettera di vettura internazionale (CMR). Quest'ultima non consente alcuna tracciabilità informatica della merce.
L'operazione ha portato al sequestro di cinque aree di stoccaggio abusivo del prodotto energetico e di dieci automezzi utilizzati, nonché di circa mezzo milione di litri tra carburante ed olio lubrificante «totalmente sconosciuto al fisco».
Circa 300.000 litri di carburante sono stati assegnati al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per le attività di soccorso e pubblica utilità. Il carburante contraffatto - è stato accertato - era prevalentemente destinato alla filiera delle cosiddette pompe bianche i cui titolari - secondo quanto ricostruito dagli investigatori - o perché complici o perché minacciati - acquistavano il prodotto per rivenderlo a prezzi concorrenziali.