Siani, villa confiscata: la Dda apre l’inchiesta su bombe e minacce

Siani, Dda apre l’inchiesta

Siani, villa confiscata: la Dda apre l’inchiesta su bombe e minacce
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 6 Aprile 2022, 23:55 - Ultimo agg. 7 Aprile, 17:03
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Unire episodi avvenuti in punti e momenti differenti, a carico di persone diverse. Partire dalle minacce di morte nei confronti del figlio di uno degli organizzatori di un evento - parliamo del Premio Terra viva -, finito in una trama di violenze tutta da ricostruire. Poi, analizzare le immagini: quelle del lancio della bomba carta - siamo allo scorso luglio - contro i locali dell’associazione che da anni punta a strappare terreno e consenso alla camorra metropolitana, prima di ascoltare altre potenziali vittime della stessa strategia: le persone che hanno fatto i conti con ruote delle auto squarciate, finestrini delle vetture rotte, pedinamenti e azioni di disturbo varie. Sono questi i punti su cui sta lavorando la Dda di Napoli, anche sulla scorta delle denunce presentate in questi mesi - anche di recente - da parte dei vertici dell’associazione Terra viva.

Inchiesta condotta dal pool anticamorra, si muovono i pm che hanno condotto le indagini sulla camorra targata Nuvoletta-Polverino-Orlando, si parte da una circostanza temporale: siamo alla scorsa primavera, quando l’associazione Terra viva riesce ad aggiudicarsi l’appalto di un bene confiscato, parliamo della casa di Armando Del Core, uno dei killer di Giancarlo Siani.

Un evento che fa da spartiacque, anche perché da anni le gare per l’aggiudicazione dell’appalto andavano sistematicamente deserte. Da quel momento in poi, si è assistito a un crescendo di atti intimidatori, in una sorta di rappresaglia a sfondo intimidatorio. 

Intanto, al netto del percorso investigativo seguito, arrivano notizie di segno positivo dal territorio di Marano. Sabato pomeriggio, la casa di via Recca che appartenne a Armando Del Core sarà formalmente assegnata all’associazione Terra viva. Si sblocca anche formalmente una procedura amministrativa legata alla valorizzazione di un bene sottratto alla camorra da parte dello Stato. Previste autorità e cittadini alla cerimonia di sabato prossimo: ci saranno i vertici dell’associazione Terra viva, parliamo di Angelo Zanfardino e di Salvatore De Maio, ma anche della presidentessa dell’associazione Maria Massaro, oltre a esponenti della prefettura e i vertici del mondo politico metropolitano. 

Ma torniamo agli step dell’inchiesta. Agli atti del fascicolo della Dda ci sono le immagini di un video ricavato da un sistema di sorveglianza privato. Siamo a Qualiano, all’esterno della sede usata dall’associazione Terra viva, da sempre schierata sui fronti difficili, quando c’è da rilanciare le regole del vivere civile contro violenza di genere e crimine organizzata: bastano pochi secondi, per lanciare l’ordigno. Nel video si nota un’auto che si accosta al marciapiede, con almeno due persone a bordo. Un uomo che sta sul posto riservato al passeggero, accanto alla guida, lancia l’ordigno, che dopo qualche secondo esplode, causando fortunatamente solo danni materiali. Poi l’auto si allontana.

Video

Che senso ha colpire dei volontari? A chi danno fastidio degli operatori nel sociale? Ma sono gli episodi accaduti negli ultimi mesi a rendere necessaria una indagine di sistema, con un solo fascicolo che punti a fare chiarezza su fatti solo apparentemente scollegati nello spazio e nel tempo. Prima le minacce di morte subite dal figlio di uno degli organizzatori, poi quegli episodi sinistri: di recente sono state bucate le ruote delle automobili usate da operatrici del sociale, impegnate - sempre per Terra viva - nell’azione di ascolto e assistenza per le donne vittime di violenza. Ed è sempre alla luce di quanti avvenuto di recente, che si rileggono episodi su cui c’è stata poca attenzione di recente: parliamo delle azioni di disturbo consumate contro gli organizzatori del premio “Terra viva dalla parte della legalità”, anche quest’anno dedicato a personalità che - nella loro attività quotidiana - si sono impegnate e distinte nella lotta alla camorra. Una vicenda che ora attende risposte investigative, ma anche adesione da parte delle persone che vivono in territori segnati dal radicamento dei clan di camorra. 

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