I precari della Sanità campana scrivono a Mattarella: «Garantisca la dignità»

I precari della Sanità campana scrivono a Mattarella: «Garantisca la dignità»
di Melina Chiapparino
Venerdì 23 Febbraio 2018, 08:49
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Una lettera al Presidente della Repubblica per chiedere aiuto e ascolto a chi è «garante dei principi della nostra Costituzione». A scriverla è il gruppo MoPass, Movimento Regionale Precari Atipici e Subordinati Sanità Campana che, negli ultimi mesi, è sceso in campo, insieme ad altri movimenti e rappresentanze del comparto sanitario per invocare la stabilizzazione dei tanti professionisti che lavorano senza contratti strutturati.

Dopo la petizione che ha raggiunto 2000 firme e le manifestazioni con cartelloni colorati e sit-in davanti alla sede della Regione, arriva l’appello al Presidente Sergio Mattarella, inviato formalmente due giorni fa. «Egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a scrivere siamo una folta schiera di professionisti della salute da medici, psicologi, farmacisti, biologi, infermieri, amministrativi – così comincia la lettera - abbiamo ascoltato con attenzione il suo recente messaggio di fine anno e ci siamo sentiti chiamati in causa, quando ha sottolineato tra le difficoltà del nostro paese, quella del lavoro, della precarietà».

In Campania sono circa 1200 gli operatori nel settore sanitario, aventi diritto alla stabilizzazione che sono stati prorogati senza soluzione di continuità nell’ultimo ventennio in base a prassi generate da norme nazionali, circolari, decreti della struttura commissariale e accordi sindacali per la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza ed il funzionamento ordinario dei presidi ospedalieri. Nella lettera, i precari della Sanità definiscono la precarietà una patologia dell’odierno sistema statale, chiamandola «male sociale».

«Dal blocco del turn over del 2007, nella Sanità Campana tale “male sociale” si è diffuso e radicato in ogni singola Azienda del Servizio Sanitario Regionale – scrive il portavoce MoPass, Marco Gentile, medico del Dipartimento di Medicina e Chirurgia del Policlinico Federico II - tali lavoratori vivono una profonda condizione di sudditanza psicologica e discriminazione lavorativa, dovuta allo stato di precarietà della loro stessa esistenza».

«Le vessazioni non provengono solo da chi apicalmente può minacciare una mancata prosecuzione del rapporto lavorativo- sottolineano i precari - ma anche dai colleghi stessi, dipendenti a tempo indeterminato che ne approfittano per imporre turni, orari e mansioni scomode sottolineando ed enfatizzando la differente condizione contrattuale». Nella lettera i precari storici, fanno riferimento anche alla loro formazione che per alcune categorie professionali come medici, psicologi e biologi. comprende un percorso di studi tra lauree e specializzazioni già molto lungo. «C’è da aggiungere poi un periodo di precariato lavorativo che spesso riguarda più di 10-15 anni e pertanto per noi si raggiunge facilmente la soglia dei 40 così che dopo anni di lavoro prestato si rischia di essere rottamati e di avere limitate chance occupazionali».

Quello che chiedono i precari della Sanità è l’applicazione del decreto Madia e quindi una stabilizzazione che recentemente il governatore Vincenzo De Luca ha promesso siglando anche un accordo con i sindacati confederali ma medici, infermieri e tecnici di laboratorio dopo 20 anni di attese, si rivolgono anche al Presidente della Repubblica. «Ci garantisca la dignità che qualsiasi lavoratore merita e si faccia portavoce con la Regione Campania della tempestiva applicazione del decreto Madia» scrivono nella lettera i precari che confidano nella vicinanza di Mattarella. 

 
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