Il premier Conte a Nisida:
«Riapriremo il teatro di Eduardo»

Il premier Conte a Nisida: «Riapriremo il teatro di Eduardo»
di Daniela De Crescenzo
Sabato 24 Novembre 2018, 08:41
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«Presidente, io so che domani dovete incontrare Junker». «Certo, mi vuoi dare qualche suggerimento?» «Sentite a me, chiedetegli un po’ di soldi»: battute fulminanti, quelle tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte e M., uno dei ragazzi di Nisida, figlio di marocchini, ma nato e cresciuto a Napoli.
Ieri il premier, accompagnato dal sottosegretario Vincenzo Spadafora, ha visitato per la prima volta l’istituto penale, ma ha promesso di tornare presto per partecipare al laboratorio politico organizzato nell’istituto a partire dal presidente Giorgio Napolitano, dall’ex premier Matteo Renzi, dal presidente emerito della Camera Laura Boldrin, dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, e con tante, tante altre personalità anche del mondo imprenditoriale ed artistico. Poi, incontrando i giornalisti, ai quali era stato precluso l’ingresso in carcere, Conte ha spiegato: «Si tratta di una realtà all’avanguardia per i numerosi laboratori che puntano a un recupero pieno e alla socializzazione». Ma l’impegno del premier per Nisida potrebbe non fermarsi qui. Dopo la visita al carcere il presidente del Consiglio è stato al San Carlo dove ha visto Riccardo Muti. Il maestro ieri aveva lanciato dalle pagine del Mattino un appello per riaprire il teatro che Eduardo volle creare a Nisida e che da anni è inagibile. Conte, che del tema aveva già parlato con il direttore del carcere Gianluca Guida, ai giornalisti ha spiegato: «Ho parlato con Muti e abbiamo valutato l’opportunità di offrire un suo contributo».
IL TOUR
Conte è rimasto a Nisida poco più di un’ora, ma, lontano dai taccuini, in un clima informale, è riuscito a incontrare i giovani detenuti e a visitare i laboratori dove i giovani si esercitano ogni giorno per imparare un mestiere. Dai ragazzi che impegnati a creare i piatti giusti per lo street food ha accettato le graffe con la crema, complimentandosi poi con don Peppino, il cuoco dell’istituto. Il presidente non ha potuto rifiutare un assaggio di panettone, mentre le ragazze che partecipano al laboratorio di prodotti tipici con l’associazione Made in carcere, gli hanno offerto le “scappatelle” biscotti vegani impastati con olio d’oliva e vino pugliese. La visita si è conclusa nel laboratorio di ceramica dove i ragazzi hanno regalato al premier un corno portafortuna incastrato nel Vesuvio.
«Scegline tu uno per me», ha chiesto Conte a un ragazzo che prontamente gliene ha teso uno coloratissimo. «Perché proprio questo?», si è incuriosito il presidente del consiglio. E il ragazzo subito ha replicato: «Perché è elegante come voi».
Il pomeriggio è proseguito al San Carlo dove un gruppo di ragazzi di Nisida, grazie all’invito del maestro Muti, ha partecipato alla prova generale di “Così fan tutte”. Conte ha proseguito per il Forcella, per un incontro con l’associazione Annalisa Durante, e ha chiuso la sua giornata napoletana a Palazzo reale con una conversazione con tre giornalisti minacciati dalla criminalità organizzata, Salvatore Minieri, Sandro Ruotolo e Nello Trocchia. 
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