«Loro 2», in sala con la vera Noemi: «Sorrentino ha toppato, la festa non andò così»

«Loro 2», in sala con la vera Noemi: «Sorrentino ha toppato, la festa non andò così»
di Maria Chiara Aulisio
Giovedì 10 Maggio 2018, 22:57 - Ultimo agg. 11 Maggio, 14:57
4 Minuti di Lettura
Lo spettacolo è quello delle 16.35, cinema Metropolitan. Noemi Letizia, jeans e scarpette da ginnastica, arriva puntuale, accompagnata dal suo nuovo compagno, Carlo Pica, un imprenditore napoletano che frequenta già da qualche mese dopo la separazione dal marito, Vittorio Romano. Penultima fila, posto numero dodici, la ex “papi girl” aspetta con curiosità di vedere in che modo il regista Paolo Sorrentino l’ha voluta rappresentare nella seconda parte del suo film dedicato a Silvio Berlusconi, da ieri pomeriggio nelle sale cinematografiche.
«”Loro 1” non mi è piaciuto affatto e non solo perché - come si può banalmente immaginare - non ho condiviso la parte che riguarda me e mio padre. No, non è l’unica ragione. È che l’ho trovato un film surreale, esagerato, morboso e a tratti anche un po’ lento. Sesso, droga, alcol, orge, prostitute, decine di ragazze seminude: l’esasperazione di un modo di vivere e divertirsi ben lontano dalla realtà. Così come lontana dalla realtà è l’immagine che passa di mio padre. E mi dispiace molto davvero. “Divertiti con il presidente, bella di papà” mi dice nel film: Sorrentino lo dipinge come un magnaccia. Invece tra loro c’era un rapporto di cordialità e stima, si erano conosciuti anni prima e Berlusconi si fidava di lui. Vorrei sapere qual è il problema? Perché non poteva essere possibile».  
No alla prima parte, dunque, e no anche alla seconda, “Loro 2”, che Noemi commenterà sorridendo mentre sul grande schermo scorrono le immagini della sua festa di compleanno. È il 2009, bionda e sinuosa, in un locale sulla circumvallazione di Casoria, sta per spegnere le sue 18 candeline piazzate sulla torta, quando all’improvviso arriva il «Presidente» che il giorno dopo, a Napoli, avrebbe partecipato a un vertice in prefettura. «Un’altra sceneggiata che non corrisponde alla realtà - commenta sottovoce per non disturbare i pochi spettatori che a quell’ora siedono nella sala numero cinque del cinema di via Chiaia - mia madre non si è agitata in quel modo e nemmeno i miei invitati. Lo abbiamo accolto con entusiasmo, questo vero, non certo così come si vede nel film, ci mancherebbe. Guarda là, sembra il delirio». Sull’aria sognante e il sorriso che il regista le stampa sul volto mentre guarda Berlusconi che le si avvicina, ribadisce quello che ha sempre detto ogni volta che qualcuno le ha chiesto spiegazioni sulla festa: «Non sapevo niente, è stata una sorpresa che i miei genitori mi avevano nascosto. Sì, è vero, mio padre aveva una profumeria come Veronica ricorda a Silvio nella scena in cui vuole lasciarlo. Allora? Non era degno di meritare la fiducia di un uomo ricco e potente? Mio padre ha sempre avuto una grande passione per la politica e la capiva molto bene pur essendo un “profumiere” come dice la Lario, ragione per cui Silvio si fidava di quello che pensava». 
Qualcosa da dire Noemi Letizia ce l’ha anche sul fatto che per lei, e la sua famiglia, siano stati usati nomi reali: «Se non sbaglio di vero in quel film c’è la moglie, il cantante Mariano Apicella, forse Mike Bongiorno di cui nemmeno mi pare si faccia il cognome, e poi noi: i Letizia. Tutti gli altri personaggi, da Tarantino all’”ape regina”, passando per i politici di turno, rievocano solo in parte alcune caratteristiche di persone esistenti. Vorrei sapere dal regista perché a noi è stato riservato un trattamento diverso. Non è che me la prendo più di tanto, vado fiera e orgogliosa della mia vita e di quello che sono, mi dispiacerebbe solo se a rimanerci male fossero i miei genitori». La storia - secondo la giovane Noemi - «è sempre la stessa, trita e ritrita», al punto tale che «non se ne può proprio più». «Su questa vicenda si è detto tutto e il contrario di tutto. Siamo diventati protagonisti solo perché Silvio ha partecipato alla mia festa a Casoria. Orrore, a Casoria. Anche nel film si sottolinea il fatto che sia venuto addirittura sulla circumvallazione, manco fosse il Bronx».
Un po’ si annoia, un po’ però si diverte anche, Noemi Letizia, soprattutto quando un bel gruppo di avvenenti signorine smette di allenarsi faticosamente in palestra e comincia a cantare e ballare “Meno male che Silvio c’è” mettendo in mostra ogni ben di Dio; o quando va in scena l’irresistibile finto trailer di “Congo Diana”: «Roba veramente da ridere», è il suo commento.
Poi fa un passo indietro e torna a “Loro 1”, alla pecora ipnotizzata dalle immagini di un televisore che riproduce il quiz di Mike Bongiorno e che subisce uno shock termico e cade stecchita. «Non mi permetto di giudicare l’estro di un regista come Sorrentino che ha vinto pure l’Oscar, per carità, ma non mi vergogno a dire che quella scena mica l’ho capita. “La grande bellezza” mi è piaciuto di più. Toni Servillo è straordinario, non c’era bisogno di questo film per capirlo, anche se qui interpreta un personaggio complesso, e soprattutto difficile da imitare, come quello di Silvio Berlusconi». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA