Matteo Messina Denaro arrestato, chi è l'ultimo boss della camorra tra i super latitanti

Cinquegranella è stato condannato in via definitiva per l'omicidio di Giacomo Frattini, detto «Bambulella», ucciso e orribilmente mutilato il 21 gennaio 1982

Renato Cinquegranella tra i quattro super latitanti più pericolosi
Renato Cinquegranella tra i quattro super latitanti più pericolosi
di Leandro Del Gaudio
Martedì 17 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19:01
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Quarantuno anni fa siglò un patto di sangue. E lo fece assieme a un giovane Paolo Di Lauro e agli altri boss della camorra napoletana: sequestrarono e uccisero un affiliato alla Nco di Cutolo, poi gli mozzarono le mani e la testa, cinicamente riposte in un sacchetto all'interno della stessa vettura usata come sarcofago per il resto del corpo. Un omicidio che serviva a sfidare in modo plateale Cutolo, nel pieno della guerra per la conquista di un pezzo di economia criminale di Napoli e della Campania. Parte da qui il profilo dell'ultimo superlatitante napoletano: parliamo del 73enne Renato Cinquegranella, che figura nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del «programma speciale di ricerca» del gruppo Interforze. Un wanted, l'ultimo di spessore a Napoli e dintorni. Tanto che il suo nome è legato a uno degli omicidi di camorra più efferati mai avvenuti: è stato condannato in via definitiva per l'omicidio di Giacomo Frattini, detto «Bambulella», affiliato alla Nuova Camorra Organizzata capeggiata da Raffaele Cutolo, ucciso e orribilmente mutilato il 21 gennaio 1982 (per aver preso parte agli omicidi durante il terremoto, a Poggioreale). Cinquegranella è ricercato dal 2002, per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Il 7 dicembre 2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. E non è solo una questione di protocollo se le ricerche sono state diramate in ambito internazionale. È probabile che abbia speso gli ultimi anni di vita lontano dall'Italia, in fuga - ma non troppo - dai fantasmi del passato. Oltre alla sua partecipazione all'omicidio di Frattini (Bambulella), Cinquegranella è stato in passato coinvolto nel delitto del capo della Mobile Antonio Ammaturo e del poliziotto Pasquale Paola (il 15 luglio del 1982), per aver fornito un appoggio logistico alla colonna napoletana delle Br. Un agguato, quello contro i due poliziotti, consumato in piazza Nicola Amore (che vide protagonisti soggetti del calibro di Vincenzo Stoccoro, Emilio Manna, Stefano Scarabello, Vittorio Bolognesi e Marina Sarnelli, tutti condannati all'ergastolo), al termine di una sorta di patto criminale.

Ricordate l'asse camorra e Br? Ci sarebbero stati accordi tra il clan Giuliano (altro rivale storico della Nuova fratellanza, in funzione anti Cutolo) e le Brigate Rosse. Stando agli esiti delle indagini, Cinquegranella in quel periodo era vicino a soggetti del clan Giuliano, in quanto esponente di spicco della camorra nella zona del Borgo di Sant'Antonio (quindi, non lontano da piazza Nicola Amore). E non è tutto. Stando a quanto emerso dagli archivi giudiziari, il nome di Cinquegranella spicca anche in relazione a un'altra tessera del mosaico investigativo che abbraccia gli ultimi quaranta anni: parliamo del sequestro del gioielliere Luigi Presta, altro colpo con cui la camorra (e alcune cellule eversive del territorio) puntava a finanziarie le proprie strategie di guerra per contrastare la Nco di Cutolo. Orrori provenienti dal passato? Fino a un certo punto, almeno a ricostruire le mosse della Dda di Napoli, almeno a studiare la strategia del pm Celeste Carrano, sotto il coordinamento della procuratrice Rosa Volpe. C'è un filo nero che unisce quaranta anni di storia criminale. Verifiche in corso da parte dei carabinieri del comando provinciale di Napoli (ovviamente in sintonia con il lavoro di altre forze dell'ordine), si scava nelle trame più recenti. Ci sono contatti tra vecchio e nuovo? Più in particolare, il latitante 73enne avrebbe mantenuto solidi contatti con alcuni familiari, a loro volta collegati a soggetti del clan Baratto, i famigerati calascione, a loro volta finiti al centro delle indagini per usura a Fuorigrotta. Uno scenario da non sottovalutare, nel giorno in cui i carabinieri del Ros mettono a segno un colpo probabilmente decisivo nella storia della lotta alla mafia, con la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro.

Trame oscure, tra delitti sanguinari e accordi politici, che - con le dovute proporzioni - alimentano la caccia all'uomo all'ultimo wanted in zona vesuviana. 

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