Prof accoltellato a scuola a Melito, il bidello: «L'ho ucciso per un debito di 3.500 euro»

Prof accoltellato a scuola a Melito, il bidello: «L'ho ucciso per un debito di 3.500 euro»
di Ferdinando Bocchetti
Sabato 29 Ottobre 2022, 23:11 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 18:00
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Giuseppe Porcelli, l’uomo accusato dell’omicidio del professor Marcello Toscano, avrebbe ucciso per un debito di 3500 euro. A rivelare i dettagli del delitto, avvenuto lo scorso 27 settembre all’interno della scuola «Marino-Guarano» di Melito, sarebbe stato lo stesso bidello che, due giorni fa, ha raccontato la propria versione dei fatti al pubblico ministero Fabio Sozio della Procura di Napoli nord.

L’interrogatorio era stato richiesto dal legale dell’indagato, l’avvocato Edoardo Giovanni Aprea del foro di Santa Maria Capua Vetere.

Porcelli, in un primo momento, si era avvalso della facoltà di non rispondere al giudice per le indagini preliminari che aveva convalidato l’arresto. Nel carcere di Poggioreale, dove è detenuto e dove è stato interrogato, il collaboratore scolastico della «Marino-Guarano» avrebbe confermato al pm di aver maturato un debito nei confronti del docente, che ha avuto anche un passato da consigliere comunale a Mugnano. Due piccoli prestiti, rispettivamente di 1500 e 2000 euro, la cui restituzione - con un interesse aggiuntivo di mille euro - sarebbe stata fortemente sollecitata dalla vittima la mattina del 27 settembre. 

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Quel giorno, Porcelli e Toscano si erano incontrati a scuola, e avevano discusso all’interno di un locale un tempo adibito ad alloggio del custode dell’istituto. La richiesta aggiuntiva di mille euro sarebbe stata - secondo la ricostruzione dell’indagato - la molla che avrebbe provocato la sua violenta reazione. Da quanto emergerebbe dall’interrogatorio, Porcelli avrebbe aggredito Toscano al culmine di una accesa discussione e di una successiva colluttazione. Il bidello avrebbe impugnato un coltello e colpito più volte l’insegnante ferendolo a morte. Un’arma che avrebbe occultato poco dopo nei pressi del cimitero di Cardito.

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Nel corso dell’interrogatorio, Porcelli avrebbe fornito anche indicazioni utili per il ritrovamento dello smartphone del docente assassinato, con il quale avrebbe intrecciato rapporti di natura economica da almeno due anni. Dall’analisi dei dati del cellulare dell’indagato, tuttavia, sarebbero emersi riferimenti a possibili ulteriori prestiti - al netto di quelli già confermati in sede di interrogatorio - che Porcelli avrebbe ricevuto da Toscano. Una circostanza che il bidello ha però smentito. Il rapporto tra i due era stretto, così come era emerso fin dalle prime battute delle indagini condotte dai carabinieri di Marano, tanto che il professore avrebbe fornito al bidello una autovettura di valore per il matrimonio del figlio, un’auto che non sarebbe di proprietà della vittima. 

 

Giuseppe Porcelli avrebbe infine negato che il docente fosse interessato a rilevare un’attività commerciale (un girarrosto) che il bidello stava per aprire a Giugliano. I lavori propedeutici all’apertura erano in dirittura d’arrivo. Non ci sono riscontri, al momento, anche sull’ipotesi - formulata da più parti - di un interessamento dei due per un appartamento da rilevare a un’asta giudiziaria. La partita giudiziaria si gioca prevalentemente sull’eventuale riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi. La difesa di Porcelli punta a sostenere la non premeditazione del reato, che sarebbe scaturito sulla scorta delle pressanti richieste della vittima.

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