Movida a Napoli, giovane accoltellato tra i baretti di Chiaia: «La nostra vita d'inferno»

«Non ci sono presidi delle forze dell'ordine nel quadrilatero, questa è terra di nessuno»

Movida a Napoli, giovane accoltellato tra i baretti di Chiaia: «La nostra vita d'inferno»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 5 Marzo 2023, 10:00
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Il solito sguardo di troppo, l'ennesimo fantomatico sgarro e gli immancabili fumi dell'alcol che hanno provocato ancora una rissa e sempre, come sempre, per futili motivi. Il risultato è di un giovanissimo accoltellato alla schiena ed un altro pestato con calci e pugni alla testa e al viso. Vicoletto Belledonne a Chiaia, nel cuore della zona dei Baretti, venerdì notte, si è trasformato per l'ennesima volta in una location da Far West. Due gruppi di ragazzi si sono affrontati a pugni senza reali ragioni se non per la loro ubriachezza molesta e, alla fine, ci è scappata la coltellata. Tristemente nulla di nuovo nella movida partenopea.

Sono le 4 di notte, è ormai quasi l'alba di sabato e scoppia la rissa in vicoletto Belledonne, già teatro nelle scorse settimane e negli scorsi mesi di tanti altri episodi di violenza. Chi ha la peggio è Giuseppe, un ragazzo di 22 anni, il quale dopo essere stato scaraventato a terra dai suoi aggressori è stato poi colpito con una coltellata alla zona lombare. Solo per ragioni fortuite le notti balorde di Napoli non calano con l'ennesima vittima. Il 22enne, trasportato all'ospedale Vecchio Pellegrini, se la cava con 15 giorni di prognosi per ferita da arma da taglio ed è stato giudicato fuori pericolo di vita. Un amico di Giuseppe, anche lui 22enne, Mario, finisce anche lui a terra nel corso della colluttazione avuta con gli altri ragazzi, ma anziché una coltellata, subisce ripetuti calci e pugni alla testa e al viso.

Nonostante i colpi ricevuti, Mario ha però deciso di non farsi medicare e di non andare in ospedale. Prima dell'intervento del 118 sono giunti sul posto i carabinieri della Compagnia Napoli Centro. I due ragazzi feriti hanno spiegato ai militari di non sapere perché sia scoppiata la rissa e di non conoscere i loro aggressori. Hanno detto solo che si è scatenata una lite «per uno sguardo di troppo» e poi sono stati brutalmente colpiti fino a quando non è stato sfoderato anche un coltello. Non si conoscevano ed erano ubriachi, è così che nel cuore della movida cittadina si rischia la vita. I militari sono ora al lavoro per provare a risalire all'individuazione degli aggressori dalle scarne informazioni ricevute dalle due vittime. I carabinieri proveranno a ricostruire l'intera dinamica della furibonda rissa grazie all'acquisizione di alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza.

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Non è la prima volta che accadono simili episodi nella zona dei Baretti e proprio in vicoletto Belledonne. I residenti ricordano il giorno di San Valentino dello scorso anno quando una ragazza fu colpita da una coltellata alla gamba pur senza aver nulla a che fare con la solita rissa che era scoppiata. Ogni settimana assistono ad un ormai canonico bollettino di guerra, al di là della calca e dei rumori molesti tra musica e baccano che sono costetti a sopportare quasi ogni notte e non solo nei weekend. «Ciò che colpisce di più - racconta Caterina Rodinò del Comitato Chiaia viva e vivibile - è che ormai non ci meravigliamo neppure più di un qualcosa che prima sarebbe stato impensabile. Oggi questi episodi sembrano rientrare nella normalità, come qualcosa di scontato». Da anni i residenti riunitisi in un comitato segnalano la movida violenta che sono costretti a subire fin sotto casa. «Tra l'altro questo ennesimo episodio è giunto in un momento in cui c'è meno gente in strada perché le temperature sono ancora rigide, ma ormai andiamo incontro alla stagione migliore, con un affollamento che sarà moltiplicato nelle nostre strade». Rodinò chiede un maggiore presidio del territorio. «Al di là di tutto - racconta la responsabile del comitato - mi sembra sia stato del tutto inutile parlare del nuovo regolamento di polizia urbana, perché noi non ce ne siamo neppure accorti sia stato introdotto, qui nulla è cambiato. Non ci sono presidi delle forze dell'ordine nel quadrilatero, ormai questa è terra di nessuno. Per non parlare di vicoletto Belledonne, dove ci sono locali che non chiudono o lo fanno alle 5 o 6 di mattina. Chi resta fino a quell'ora è gente ubriaca o drogata. Siamo prigionieri nelle nostre case perché abbiamo paura di uscire e, anche quando lo facciamo, neppure i tassisti ci accompagnano fin sotto casa perché temono di finire intrappolati nella folla». 

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