Sos movida selvaggia a Napoli: «Minori, cure impossibili con il mix di alcol e droga»

Sos movida selvaggia a Napoli: «Minori, cure impossibili con il mix di alcol e droga»
di Maria Chiara Aulisio
Domenica 5 Giugno 2022, 10:05 - Ultimo agg. 6 Giugno, 09:30
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Giuseppe Galano, presidente regionale Aaroi, associazione Anestesisti rianimatori italiani, e responsabile del servizio 118, lancia un doppio allarme: da un lato l'incremento delle richieste di soccorso per abuso di alcol e droga da parte di ragazzi minorenni; dall'altro la difficoltà sempre maggiore di intercettare le sostanze stupefacenti che hanno assunto per somministrare l'antidoto giusto e, dunque, provare a salvargli la vita.

Partiamo dall'aumento di telefonate al 118.
«Direi intorno al venti per cento rispetto agli standard ai quali siamo abituati».

Secondo lei da che cosa dipende?
«Temo che le ragioni siano molteplici. È chiaro che due anni di lockdown hanno prodotto danni non di poco conto sulla psiche degli adolescenti. Privati degli amici, e della loro normale socialità, è come se adesso volessero rifarsi del tempo perduto esasperando il modo di divertirsi. E rendendolo assai pericoloso».

Ovviamente parliamo di minorenni.
«Certo. La fascia di età maggiormente a rischio è quella che va dai 14 ai 17 anni. Negli ultimi tempi posso assicurarvi che ne abbiamo salvati parecchi, in alcuni casi davvero presi per i capelli».

Vere e proprie corse contro il tempo.
«Ora voglio dirlo perché è giusto così: se tanti giovani, giovanissimi, ce l'hanno fatta è grazie all'abilità, alla prontezza, alla tenacia e alla passione che gli operatori del 118 mettono nel loro faticoso lavoro quotidiano».

Diceva che le ragioni che spingono i ragazzini all'abuso di alcol e droghe sono molteplici.
«L'estate, statisticamente, da questo punto di vista rappresenta il periodo dell'anno più pericoloso che c'è: chiudono le scuole, arrivano le vacanze e loro si scatenano».

Si sentono autorizzati a farlo.
«Oggi anche più del solito: vogliono essere finalmente liberi, hanno gli arretrati da smaltire, le serate con gli amici, in particolare nel fine settimana, diventano il momento migliore per sballarsi e poco importa se poi - quasi sempre - stanno male».

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Quasi sempre?
«È così ma francamente c'è ben poco da meravigliarsi.

Non sono abituati, non lo sanno fare: si tratta di adolescenti quasi sempre ai primi approcci con il mondo dello sballo, incapaci di gestirsi. Finiscono in coma subito, diversamente da chi - più o meno adulto - è invece avvezzo al consumo di stupefacenti e di alcol e, dunque, capace di valutare meglio la soglia di rischio».

Una miscela esplosiva: drink e pasticche.
«Davvero. Attualmente sono proprio i mix, le miscele appunto, a creare più danni».

In che senso?
«Mi spiego meglio. Fino a qualche tempo fa eravamo chiamati a fare i conti con l'abuso di sostanze più o meno classiche - dall'eroina alla cocaina per citarne solo un paio - le conoscevamo e sapevamo bene come trattare il paziente in caso di overdose. Oggi invece non è più così».

Che cosa è cambiato?
«Tutto. Le droghe sintetiche - e sul mercato ne immettono di nuove continuamente - non sempre rispondono agli antidoti. O meglio: non sempre sappiamo quale potrebbe essere quello giusto visto che si tratta di sostanze a noi sconosciute e sempre diverse».

Di quale antidoto parla?
«Nei casi di overdose, quando interveniamo, somministriamo immediatamente un antidoto, e cioè un farmaco che - in parole molto semplici - è in grado di bloccare gli effetti della sostanza. Cominciamo quasi sempre con l'antidoto per gli stupefacenti che appartengono alle famiglie degli oppiacei e dei tranquillanti».

E funziona?
«Funzionava. Le nuove droghe ora ci stanno disorientando. Quando il paziente non risponde al primo antidoto, passiamo al secondo e poi al terzo e al quarto con la speranza di riuscire a intercettare lo stupefacente da annullare. Non è facile anche perché bisogna fare presto: il tempo è poco».

Minuti preziosi.
«A volte davvero la vita di questi ragazzi dipende da una manciata di minuti. E i cocktail di sostanze di cui fanno uso complicano non poco il nostro lavoro: ci muoviamo alla cieca, andiamo per tentativi fino a quando non identifichiamo l'antidoto finalmente efficace».

Poi c'è l'alcol.
«Se all'abuso di droga aggiungono pure l'alcol il rischio di non farcela, in caso di overdose, purtroppo c'è. Bisogna stare molto attenti: è per questo che dico sempre ai ragazzi di non esagerare e alle famiglie - nei limiti del possibile - di esercitare un maggiore controllo».

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