Movida violenta a Napoli, contatti con i pm: pronto a parlare l'uomo del raid

Movida violenta a Napoli, contatti con i pm: pronto a parlare l'uomo del raid
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 25 Novembre 2017, 10:14 - Ultimo agg. 10:16
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Ha deciso di collaborare, e per questo i suoi avvocati hanno già preso contatto con i magistrati della Procura che indagano sui gravissimi fatti accaduti una settimana fa tra la gente che affollava la zona dei baretti di Chiaia. Ma per ora il giovane che dalle indagini della polizia viene considerato uno degli autori della notte di follia che ha seminato il terrore tra i locali notturni di via Bisignano e via Poerio è irreperibile. Uccel di bosco.

Il ragazzo ha 20 anni, e - dai riscontri investigativi che hanno portato alla sua identificazione - è il figlio di un noto personaggio legato alla criminalità organizzata di Fuorigrotta. È lo stesso giovane che si fece refertare al pronto soccorso dichiarando che alcuni sconosciuti - senza apparente motivo - lo avevano aggredito sferrandogli quattro coltellate alle gambe. Ma, secondo gli inquirenti, la «verità» del 20enne è parziale e insufficiente: al pari della ricostruzione che ha fornito poco dopo la folle notte dell'ultimo fine settimana a Chiaia. Ai carabinieri che lo identificarono al pronto soccorso dell'ospedale La Schiana di Pozzuoli il ferito fornì una versione sulla quale si nutre più di un dubbio: «Mi sono solo difeso perché qualcuno voleva strapparmi il Rolex dal polso - dichiarò nella immediatezza del fatto - Poi sono spuntati i coltelli ed una pistola...». Il giovane è indagato e deve rispondere di tentato omicidio.
 


I conti, insomma, non tornano. Il giovane è incensurato. Su di lui pesa però come una cappa nera il fatto di essere figlio di uno dei «ras» della zona occidentale, oltre alla circostanza confermata da alcune informative di polizia giudiziaria: il ragazzo è stato varie volte controllato e intercettato a posti di blocco in compagnia di pregiudicati. Tutto questo, ovviamente, non può bastare a fare di lui un criminale. Ed ecco perché nelle ultime ore i suoi legali, gli avvocati Antonio Abet e Giuseppe Perfetto, avrebbero preso già contatti con i due sostituti procuratori che indagano sui raid e sulle violenze avvenute a Chiaia una settimana fa, i pm Celeste Carrano e Antonella Fratello.

Sullo sfondo delle indagini emerge che dietro la rissa sfociata nel sangue una settimana fa potrebbe esserci la lotta per il controllo del piccolo spaccio di droga nella frequentatissima zona dei baretti di Chiaia. Recenti indagini hanno infatti già dimostrato come - pur non sussistendo vere e proprie piazze di spaccio - sempre più spesso a ridosso dei discobar e dei locali che restano aperti fino a tardi durante il fine settimana fiorisca il cosiddetto «spaccio a domicilio»: pusher giovani e giovanissimi i quali consegnano - su richiesta - stupefacenti ai clienti che ordinano telefonicamente le dosi da acquistare.
 
In questo caso a spargere il terrore sarebbero state due bande rivali: la prima composta da ragazzi giunti a Chiaia da Fuorigrotta; e la seconda da ragazzi partiti da San Giovanni a Teduccio. Uno scontro tra bande rivali, dunque. «Questa è zona nostra», avrebbero intimato i primi ai secondi. E da lì si sarebbe scatenata la follia sfociata nel sangue. Gli investigatori sarebbero riusciti a identificare parte dei presunti responsabili visionando le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza privati: perché - e questo è un altro elemento sul quale è ritornato qualche giorno fa lo stesso questore di Napoli, Antonio De Iesu - all'interno del perimetro dei baretti di Chiaia le telecamere stradali sono poche e insufficienti.

Intanto si registra una prima svolta significativa nelle indagini su un'altra notte di paura e sangue a Chiaia: quella del 12 novembre, durante la quale venne ferito a colpi di coltello un minore in Villa Comunale. È infatti stato individuato, dagli agenti dell'Unità Operativa Chiaia della Polizia Municipale il presunto responsabile dell'accoltellamento di un quindicenne mentre era in compagnia di tre amici, tutti coetanei.

Si tratta di un altro minorenne, che ha 17 anni, residente nella Provincia di Napoli.
Quel sabato sera la Polizia municipale era intervenuta per soccorrere un minore accoltellato mentre era in compagnia di altri tre amici. Il gruppetto venne aggredito da una banda composta da una decina di ragazzi, tutti minorenni: uno di questi ferì con un coltello la vittima che poi venne soccorsa nella vicina piazza Vittoria. Dopo avere chiesto l'intervento del 118 gli agenti dell'Unità Operativa Chiaia hanno avviato le indagini: e grazie agli elementi raccolti, all'osservazione di alcuni post su Facebook di alcuni dei ragazzi aggrediti e dalla versione fornita dalla vittima e dai suoi amici è stato possibile individuare il responsabile principale dell'aggressione. Quest'ultimo, anch'egli minorenne di appena 17 anni, insieme alla sua «banda» avrebbe minacciato ed aggredito per motivi futili le vittime.

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