Minori, risse e coltelli a Napoli: 17enne ferito al petto l’aggressore è in cella

Vomero, tre ragazzini armati di pistole sono stati subito riaffidati ai loro genitori

L'intervento della polizia
L'intervento della polizia
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Martedì 26 Dicembre 2023, 23:00 - Ultimo agg. 27 Dicembre, 16:28
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Hanno tentato di ucciderlo. Nel pieno della zuffa, hanno impugnato un coltello e hanno tentato di ammazzarlo, colpendolo al petto con una coltellata. È così che un momento di serenità e di relax si è trasformato nell’ennesimo episodio di paura e follia. Siamo in un bar a San Giovanni a Teduccio, è il 24 dicembre, mancano poche ore al Natale, quando si consuma il peggio: due gruppi vengono alle mani, inizia una zuffa, che si conclude con l’immancabile coltello. E con il ferimento di un 17enne che aveva preso parte alla rissa.

È grave, anche se non è in pericolo di vita, grazie alle cure tempestive che gli sono state garantite dopo la corsa in ospedale.

Scatta un’inchiesta, che ha dato i primi risultati a stretto giro: c’è un 24enne in cella, si chiama Vincenzo T. che è accusato di tentato omicidio; per lo stesso episodio e per la stessa accusa, è attualmente ricercato Giuseppe T., che risulta irreperibile. Ieri mattina, dinanzi al gip del Tribunale di Napoli, c’è stata la convalida del fermo di polizia, che ha fatto emergere una ricostruzione di quanto avvenuto all’interno del bar di San Giovanni a Teduccio.

Tutto è iniziato per un problema di precedenza al bancone. Due gruppi sono entrati e hanno preteso di essere serviti per prima. Stesso spazio, stessa arroganza, difficile coesistenza in pochi metri quadrati. Dalle parole si passa ai fatti, volano spintoni e schiaffi, fino a quando compare l’immancabile lama. Non è chiaro di chi fosse e che fine abbia fatto. Di sicuro, un 17enne (che faceva parte di uno dei gruppi di litiganti) è stato raggiunto da un fendente. Pochi minuti dopo, le due bande si sono dileguate, anche se immediato è stato l’intervento della polizia. Sono scattate le manette ai polsi di un ragazzo di 24 anni.

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Si chiama Vincenzo T. e se la dovrà vedere con un’accusa di tentato omicidio. Ieri mattina, l’indagato è comparso dinanzi al gip. Assistito dal penalista Davide Della Pietà, il 24enne ha negato le accuse, ha respinto l’ipotesi di tentato omicidio e ha provato a ridurre la portata della propria azione. Si è trattato di una rissa, un litigio scoppiato senza un motivo particolare. Problemi di coesistenza nella stessa zona, probabilmente di appartenenza a gruppi differenti, anche se in questa storia non sono state formalizzate - almeno per il momento - accuse legate a vicende di natura camorristica. Ma torniamo al racconto messo agli atti dinanzi al gip: «Uno sguardo, qualche parola di troppo ed è scoppiata la rissa».

Dall’aperitivo di auguri all’odio reciproco. Dagli auguri al rischio di essere ammazzati. Dal cin cin alla corsa in ospedale. Ora si attendono sviluppi nei confronti di un secondo giovane uomo, che risulta irreperibile sempre per tentato omicidio. Inchiesta in corso, mentre resta attuale l’emergenza giovanile.

Lo dimostra quanto è accaduto al Vomero. In tre sono stati fermati dalla polizia, perché giravano armati. Tre minori trovati in possesso di pistole replica senza tappetto rosso, come si legge in una nota della polizia. È accaduto nella serata di lunedì - il giorno di Natale -, quando gli agenti del Commissariato Vomero, durante il servizio di controllo del territorio, hanno individuato un gruppetto di giovanissimi che si aggirava con aria sospetta. Siamo in via Mosca quando i poliziotti hanno incontratoi i ragazzi che, alla loro vista, si sono allontanati nel chiaro tentativo di eludere il controllo. Inutile dire che sono stati immediatamente raggiunti. Tre di questi - di 13, 14 e 16 anni -, sono stati trovati in possesso di pistole a salve, tutte prive di tappo rosso e munite di relativo munizionamento: il 14enne aveva con sé anche un coltello a scatto con la lama di 9 cm. Fatto sta che i tre, sono stati denunciati per porto abusivo di armi ed il 14enne anche per porto di oggetti atti ad offendere. I minori non sono stati arrestati, ma sono stati riaffidati ai genitori, nei confronti dei quali non è scattata alcuna denuncia. 

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