«È chiaro che un approfondito ed adeguato esame del distretto anatomico addominale, prima attraverso la palpazione superficiale e profonda dello stesso, poi con un eventuale esame strumentale di I livello (ecografia) non fu mai eseguito. Proprio a fronte di una sintomatologia lombalgica in giovane donna era auspicabile un accurato esame obiettivo dell'addome, proprio per escludere l'esistenza di problematiche cliniche di pertinenza addominale caratterizzate dalla comparsa dolore lombare, tra le quali è possibile annoverare per l'appunto una colica renale, una disseccazione artica o una problematica pelvico-uternita (compresa una gravidanza). Se fosse stato adeguatamente palpato l'addome della paziente, non sarebbe assolutamente potuta sfuggire l'apprezzabilità del fondo eterni in gravida a termine», scrivono i medici.
«Quello che emerge dalla consulenza autoptica chiarisce sia la responsabilità dei sanitari che ebbero in cura la povera Anna che la buona fede sua e della famiglia poiché si è accertato che si trattava effettivamente di una gravidanza criptica».
Così gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legali dei familiari di Anna, commentano i risultati degli accertamenti eseguiti dai consulenti della Procura nell'ambito delle indagini sulla morte della donna, deceduta lo scorso 18 gennaio per una gravissima infezione.