Auto esplosa in tangenziale a Napoli, la Procura indaga su formazione e fondi europei

Al vaglio l'utilizzo degli stagisti nel Cnr: mancava una vettura di scorta per il prototipo

L'auto incendiata
L'auto incendiata
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 28 Giugno 2023, 23:00 - Ultimo agg. 29 Giugno, 16:34
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Finanziamenti pubblici per sovvenzionare la transizione energetica. Fondi europei per garantire lo sviluppo di progetti avveniristici destinati a rivoluzionare - almeno sulla carta - gli spostamenti su gomma e i rapporti con il territorio. È uno dei target dell’inchiesta che punta a fare chiarezza sulla morte della 66enne Maria Vittoria Prati, ricercatrice di provata esperienza professionale in forza al Cnr, e sul ferimento dello studente 25enne Fulvio Filace. E non è solo una questione di gestione di fondi e risorse. Al vaglio degli inquirenti, anche i contratti di formazione che regolano il rapporto tra università e istituti di ricerca a proposito della gestione di stagisti, tirocinanti, giovani ricercatori impegnati a progetto. 

Soldi e formazione, finanziamenti europei e impiego di professionisti in erba, non ancora formati. Inchiesta condotta dal pm Manuela Persico, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, la traiettoria è decisamente ampia, alla luce delle mosse che stanno mettendo in campo gli inquirenti.

Omicidio e lesioni colpose, incendio sono le piste battute, ma proviamo ad assumere il punto di vista dei carabinieri, che hanno la delega ad indagare sul giallo della tangenziale. 

Si scava in una materia delicata e complessa, come quella che ha regolato in questi anni i rapporti tra la università Federico II, dove era prossimo a laurearsi in Ingegneria il 25enne Fulvio Filace, e il Cnr, l’istituto nel quale Maria Vittoria Prati svolgeva il proprio ruolo di ricercatrice a tutto tondo. Cosa prevede il contratto? In cosa consiste la formazione di un tirocinante? Quanto basta a spingere gli inquirenti ad acquisire contratti e regole di ingaggio, in una vicenda che va raccontata a partire da una premessa: acquisizioni di carte e di testimonianze non vanno intese come prova della colpevolezza di qualcuno, ma come strumento di verifica di ipotesi che la Procura ha il dovere di battere, alla luce della gravità dell’episodio accaduto venerdì scorso. 

C’è una domanda che resta sullo sfondo di questa storia: se venerdì scorso, in tangenziale, si stava procedendo a una prova su strada di un mezzo prototipo (l’auto ibrida), a che titolo era presente anche un tirocinante? Parliamo di test che prevedono sempre e comunque dei rischi, sia per i ricercatori, sua per la pubblica incolumità. E non è un caso che in tanti, in questi giorni, hanno notato la mancanza di un’auto civetta in grado di scortare il veicolo-protocollo. Un caso che ovviamente fa i conti con lo stato di avanzamento del progetto, quanto basta a spingere gli inquirenti a compiere verifiche in più direzioni: ad Ivrea (dove è stata messa in strada l’auto) e verso alcune società private salernitane che hanno prodotto il veicolo prototipo, fino al Cnr dove la sperimentazione sembrava quasi ultimata. Uno scenario che spinge a fare altri approfondimenti. È il caso dei progetti di transizione energetica, che - come nel caso della Polo saltata in tangenziale - sono finanziati dalla comunità europea. Progetti, fondi, tempistica serrata. C’è qualcosa che ha spinto a fare presto, per non perdere il lavoro fatto o per non vanificare progettualità giunte all’approdo definitivo? Ipotesi, al momento, niente altro che ipotesi per le quali - carte alla mano - saranno ascoltate tutte le figure professionali e istituzionali impegnate in questa storia.

L'autopsia è un altro snodo cruciale di questa vicenda. Riguarda l’esigenza di accertare alcuni aspetti del decesso della ricercatrice. Un accertamento nel quale saranno avvisati, come parte offesa, i congiunti della professionista, anche in vista della possibilità di nominare consulenti di parte. Anche da qui si spera di ottenere elementi concreti sulla deflagrazione, per capire cosa abbia provocato lo scoppio. Stando a quanto emerso da una ricognizione iniziale, l’attenzione si concentra sulle bombole presenti nell’auto. È la questione manutenzione, qualcosa di drammaticamente serio quando in campo ci sono le vite di ricercatori affermati, ma anche di ricercatori in erba desiderosi di svolgere un ruolo nel campoì della transizione energetica. 
 

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