Napoli, Ciro Oliva: «Spariti camerieri e pizzaioli, restano a casa a godersi il sussidio»

Napoli, Ciro Oliva: «Spariti camerieri e pizzaioli, restano a casa a godersi il sussidio»
Martedì 1 Giugno 2021, 08:40 - Ultimo agg. 2 Giugno, 13:09
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AAA pizzaiolo cercasi. Altro che crisi, ma quale disoccupazione: se a Napoli c'è chi arriva a rivolgere pubblici appelli e offerte di lavoro (peraltro regolarmente retribuite, e con tanto di contratto scritto) per reclutare dipendenti da destinare ai forni di ristoranti e pizzerie, allora veramente qualcosa comincia a non quadrare nelle delicate alchimie che regolano i rapporti di lavoro nel settore della ristorazione. Nella patria della «Margherita» c'è «fame» di addetti alla preparazione dei lieviti e alla cottura delle pizze. A smuovere le acque, con le dichiarazioni rese ad un quotidiano online, stavolta è Ciro Oliva, il patron di «Concettina ai Tre Santi», nota meta gastronomica cittadina e punto di sicuro approdo per gli amanti della pizza che visitano il Rione Sanità.


L'AFFONDO
Difficile girare intorno a parole e concetti, così come li ha espressi ieri uno dei masterchef della pizza doc. «Difficilissimo ormai trovare pizzaioli, fornai, ragazzi di sala», ha spiegato l'imprenditore che in un decennio è riuscito a creare un «brand» gastronomico che tra l'altro ha contribuito al progetto di riqualificazione del Rione Sanità, cuore pulsante del centro storico cittadino.
«Tanti - prosegue Oliva - prendono il reddito di cittadinanza e trovano più comodo avere i soldi fino a casa senza lavorare.

Oppure, e sono numerosi, vorrebbero un impiego al nero. Ma da Concettina ai Tre Santi noi lavoriamo stando sempre nelle regole. Chi viene da noi ha un regolare contratto e non facciamo maneggi».


TEMPI DIFFICILI
Chiaro e forte, il messaggio di Oliva. In questi che restano tempi non facili per tanta gente, con la pandemia che ha cambiato la nostra vita producendo non pochi drammi occupazionali e familiari, c'è chi cerca (e chi offre) onestamente un lavoro e chi - invece - approfitta del reddito cittadinanza, spesso facendo carte false. Questione delicata, che investe peraltro anche altri soggetti - a cominciare dai «riders», e argomento delicatissimo, sul quale siera già espresso lo stesso presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: «Mi è stato confermato - aveva detto il governatore - che alcune attività commerciali non apriranno anche quando sarà consentito, perché per esempio per i bar e per i ristoranti non si trovano più camerieri. Già lo scorso anno per gli stagionali nell'industria conserviera non si trovavano stagionali. E' uno dei risultati paradossali dell'introduzione del reddito di cittadinanza...».
Il problema lo aveva già evidenziato il presidente della Regione Vincenzo De Luca, lo ripropongono oggi i titolari dei pubblici esercizi. Fra qualche ora si riaprono anche gli spazi interni ai locali e sono molte le attività dove si lavorerà ininterrottamente: serve personale in grado di accontentare richieste in crescita.

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CHI RESISTE
L'ultimo anno e mezzo, salvo una piccola parentesi estiva, gli operatori stagionali e gli imprenditori legati alla ristorazione hanno pagato un prezzo molto alto per le conseguenze della pandemia. C'è però - e non sono in pochi - chi ha resistito. Uno di loro è proprio il titolare di «Concettina ai Tre Santi».
«Noi all'interno - conclude Oliva nell'intervista rilasciata al Corriere del mezzogiorno online - abbiamo trentacinque posti, fuori cento coperti. Da me lavorano trenta ragazzi, ma sarebbe importante poter contare su altre forze. Lavoriamo molto con i turisti, che stanno lentamente tornando. In genere non chiudiamo neanche: si incomincia prima di mezzogiorno e si va avanti fino a sera. La volontà e la ferma disciplina del lavoro è quella che ci ha portato all'eccellenza e nel nostro team c'è posto per chi vuole essere con noi, con queste premesse».

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