Napoli, il calvario del clochard di Fuorigrotta: «Usato come cavia dai pusher del quartiere»

Napoli, il calvario del clochard di Fuorigrotta: «Usato come cavia dai pusher del quartiere»
di Oscar De Simone
Venerdì 13 Dicembre 2019, 15:01 - Ultimo agg. 22:54
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Continuano a complicarsi le condizioni di Alberto; il clochard di via Diocleziano a Fuorigrotta. Un uomo solitario che da tempo dorme sui marciapiedi di quello che un tempo era il suo quartiere. Nelle strade di un territorio ogni giorno più difficile, tutti conoscono la sua storia, le sue stranezze e le follie che spesso spaventano i passanti. Ma ora c’è di più. A rendere la situazione più difficile c’è la sua condizione di instabilità mentale. Una problematica che lo avrebbe trasformato in poco tempo in cavia umana “al servizio” dei pusher della zona.
 


«Sui referti medici che lo riguardano – afferma l’assessore al welfare della X Municipalità Costanza Boccardi – si fa riferimento a problematiche legate alla tossicodipendenza. Alberto ne assumerebbe in gran numero e in maniera non sempre autonoma. Gli spacciatori della zona lo hanno scelto come cavia umana e questo ci viene confermato da più fonti. Adesso bisogna agire per tutelare lui e tutte le persone che gli sono intorno con la nomina di nuovo amministratore di sostegno».

Proprio in questa direzione stanno operando le unità di strada in collaborazione con l’unità operativa della salute mentale dell’Asl Napoli 1. Un team di esperti e di medici alla ricerca del giusto percorso di recupero utile alla sua disintossicazione: «Posso assicurare che l'impegno di tutti è costante – afferma il presidente della commissione welfare e politiche Sociali della X Municipalità Annalisa Mantellini – Dalla Municipalità, al Comune, dall'Asl fino ai servizi sociali: lavoriamo tutti insieme ogni giorno con il fine unico di ridare ad Alberto una vita serena e dignitosa. Per questo motivo prendiamo le distanze da ogni dichiarazione infondata che non solo non ci rappresenta, ma che mette in cattiva luce prima di tutti proprio Alberto, che deve essere tutelato e non usato come strumento demagogico. Ultimamente il suo nome è apparso troppo spesso sui social e questo continua ad esporlo a un continuo e inutile sciacallaggio».

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