Napoli, stangato il primario Iannelli: fine del rapporto di lavoro con l'ospedale e niente interventi per nove anni

Napoli, stangato il primario Iannelli: fine del rapporto di lavoro con l'ospedale e niente interventi per nove anni
di Viviana Lanza
Mercoledì 27 Marzo 2019, 11:00 - Ultimo agg. 15:26
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Associazione a delinquere e concussione. Con queste accuse l'inchiesta sullo scandalo dei pazienti dirottati dal Cardarelli a Villa del Sole, quindi da un ospedale pubblico a una clinica privata, supera il vaglio dei giudici del Tribunale e si conclude con un primo severo verdetto di condanna per l'ortopedico Paolo Iannelli: nove anni di reclusione. È una sentenza che pesa come un macigno sulla vita e sulla carriera del primario. I giudici sono andati, seppure di poco, oltre le richieste del pubblico ministero Henry John Woodcock che per l'imputato aveva chiesto otto anni di reclusione, e hanno condannato Iannelli anche alla interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla interdizione dall'esercizio della professione medica per la durata della pena, prevedendo l'impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno e dichiarando estinto, ove ancora in atto, il rapporto di impiego con l'ospedale Cardarelli. La condanna si riferisce solo ad alcuni degli episodi finiti al centro del processo, per altri Iannelli è stato assolto e sono state dichiarate prescritte ipotesi di falso in atto pubblico e truffa in relazione a registri di presenze in ospedale. È stato il giudice Marco Occhiofino, presidente del collegio della prima sezione del tribunale, a leggere in aula il dispositivo. Alla lettura era presente anche il procuratore Giovanni Melillo. Non c'era in aula Paolo Iannelli, per lui erano presenti gli avvocati Bruno Von Arx e Maurizio Lojacono, pronti a impugnare la sentenza. Inevitabile, infatti, il ricorso in Appello dopo il deposito delle motivazioni previsto tra novanta giorni.
 
I giudici hanno condannato anche Mario Chiantera, dirigente medico dell'ospedale Cardarelli, anch'egli in servizio all'epoca dei fatti contestati presso la divisione di Ortopedia: il pm ne aveva chiesto l'assoluzione, il Tribunale lo ha condannato a due anni e otto mesi di reclusione, più l'interdizione dai pubblici uffici e dalla professione medica per la durata della pena, dichiarando estinto, se ancora in atto, il rapporto con il Cardarelli.

«Per non aver commesso il fatto»: con questa formula i giudici hanno assolto Marco Von Arx, tra gli amministratori di Villa del Sole, finito sotto processo per l'ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla concussione. Difeso dall'avvocato Manlio Pennino, Von Arx è stato assolto da tutti i capi di imputazione contestati. Assoluzione anche per il medico Massimiliano Mandato, difeso dall'avvocato Carlo Carandente Giarrusso: era accusato di peculato per un'attività di intramoenia, accusa che nel processo è caduta dopo che la difesa ha dimostrato e documentato la regolarità della condotta del medico. Nel processo si sono costituiti parti civili l'ospedale Cardarelli, rappresentato dagli avvocati Giuseppe e Alessandra Pellegrino, e una decina di pazienti o loro familiari, quelli che - spinti da uno stato di soggezione nei confronti del primario, motivati dalla sofferenza per le patologie per cui avevano bisogno di interventi chirurgici, impauriti dai lunghissimi tempi di attesa prospettati dai medici con motivazioni capziose, secondo l'accusa, e non rispondenti alla realtà dei fatti - accettarono di essere operati a Villa del Sole.

L'accusa ha sostenuto che pazienti ricoverati nella Seconda divisione di Ortopedia dell'ospedale Cardarelli, all'epoca diretta dal professor Iannelli, furono dirottati alla clinica Villa del Sole, struttura di via Tasso convenzionata con l'Asl per l'erogazione di prestazioni sanitarie in regime di intramoenia. I fatti si riferiscono a circa nove-dieci anni fa. La motivazione dei lunghi tempi di attesa nel presidio pubblico sarebbe stata solo una scusa. I pazienti sarebbero stati convinti a quella sorta di esodo, dopo che era stata loro prospettata «la inesorabile necessità di dover attendere tempi lunghi» per l'intervento e offerta come alternativa - si legge nel capo di imputazione - «la possibilità di essere dimessi dalla divisione di Ortopedia del Cardarelli e di essere immediatamente e simultaneamente trasferiti e ricoverati presso la clinica privata Villa del Sole dove i pazienti sarebbero stati operati immediatamente».

L'effetto di tutto questo, secondo l'accusa, fu che i pazienti si fecero dimettere dal Cardarelli, accettarono il ricovero presso Villa del Sole e pagarono a Iannelli o ai suoi collaboratori, e per la degenza alla clinica, somme di denaro che oscillavano tra 500 e 10mila euro. L'inchiesta arrivò a una svolta nel marzo di sette anni fa. Fu uno scandalo giudiziario. Iannelli fu arrestato, e successivamente scarcerato. La procura ipotizzò l'esistenza di un'associazione per delinquere finalizzata alla concussione in danno dei pazienti del Cardarelli e una serie di reati di falso in atto pubblico e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale per cartelle cliniche e registri di presenze. Con riferimento all'ipotesi di associazione, in particolare, si ipotizzava un modus operandi strutturato, che prevedeva una precisa divisione di ruoli e compiti, in cui la clinica Villa del Sole veniva indicata come «vero punto di riferimento delle attività del gruppo». «La clinica di famiglia», l'ha definita il pm nel corso della sua requisitoria.

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