Napoli, corteo anticlan a Ponticelli: «Noi costretti al coprifuoco»

L'associazione Report e i commercianti di Ponticelli «dicono basta alla guerra di camorra»

Napoli, corteo anticlan a Ponticelli: «Noi costretti al coprifuoco»
di Giuliana Covella
Martedì 8 Novembre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 15:16
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Una serrata dei commercianti in segno di protesta contro gli effetti devastanti di una doppia guerra: quella subita ogni giorno dalla criminalità organizzata e quella che vede contrapposte da dieci mesi ormai Russia e Ucraina. L'associazione Report e i commercianti di Ponticelli «dicono basta alla guerra di camorra e alla guerra russa che stanno affossando le piccole imprese e le famiglie del quartiere». «La camorra ci obbliga a chiudere i negozi prima dell'imbrunire - è il coro unanime - perché le nostre strade si svuotano per paura di stese criminali e agguati che avvengono quasi quotidianamente colpendo anche vittime innocenti». Duplici i motivi del sit-in: «A questa forma di imposizione, che di fatto si trasforma in una sorta di pizzo bianco perché ci costringe a chiudere i negozi appena si fa buio - spiegano i negozianti - si aggiunge la crisi energetica che sta producendo costi insostenibili. Le piccole imprese di Ponticelli sono ad un passo dalla chiusura generale». Da qui il grido d'aiuto: «Non vogliamo rassegnarci a questo destino ma piuttosto protestare, chiedendo allo Stato l'impegno necessario a vincere la guerra con la camorra e arginare il peso delle bollette per le nostre attività e le nostre famiglie». La manifestazione partirà domani da via don Agostino Cozzolino, con la chiusura di tutti i negozi alle 18, attraversando via Napoli, viale Margherita e parte di corso Ponticelli, con un concentramento in piazza Vincenzo Aprea, davanti alla Basilica di Santa Maria della Neve. Tra le richieste un incontro urgente col prefetto per affrontare le due emergenze. 

Nonostante i molteplici tentativi e progetti di riqualificazione, il riscatto che Ponticelli aspetta da anni rappresenta ancora un lontano miraggio per i residenti. Un ospedale costruito di fronte al famigerato Lotto 0, il lavoro della rete di associazioni e parrocchie che operano ogni giorno per risollevare le sorti del quartiere o la videosorveglianza che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, non sono bastati a cambiare il volto di quelle strade in termini di sicurezza. «Siamo soli e abbandonati», ammette Anna Ferrara, storica esercente del centro storico e attivista dell'antiracket che anni fa denunciò le bombe carta con cui i clan le avevano fatto saltare in aria la saracinesca del negozio.

Ed è proprio lei ad annunciare la serrata dei commercianti che domani pomeriggio scenderanno in piazza contro criminalità e caro bollette. «Abbiamo deciso di anticipare la chiusura serale - spiega - perché dinanzi a quel che succede ogni giorno non c'è niente e nessuno. La nostra sarà una protesta pacifica per protestare contro la crisi economica, che ci sta massacrando ma anche contro la questione criminalità che vede il nostro territorio martoriato da anni. Siamo senza vigili urbani e le poche forze dell'ordine che ci sono fanno più del dovuto». 

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Nel quartiere della zona orientale a luglio scorso c'era stata l'ennesima vittima innocente di camorra. Si chiamava Antimo Imperatore l'operaio incensurato di 55 anni che finì nella traiettoria dei proiettili in un agguato in cui perse la vita anche un 29enne, secondo gli inquirenti legato al clan De Micco-De Martino. Episodi che si inseriscono nel quadro criminale di Ponticelli, dove a farsi la guerra sono da una parte i De Luca Bossa-Minichini, dall'altra i De Micco che, di recente, avrebbero rotto anche con i loro sodali dei De Martino. Una guerra in cui si è consumato l'ultimo omicidio, quello del 24 ottobre scorso, quando a Volla i killer ammazzarono un boss emergente di 22 anni, Alessio Bossis, appartenente al cartello De Luca Bossa-Minichini. «Chi viene qui a presenziare ai vari comitati di ordine pubblico e sicurezza come in campagna elettorale - tuona Ferrara - non ha prodotto risultati finora. O meglio i risultati promessi non sono mai arrivati. I cittadini sono sconfortati, perché non si può vivere col terrore di uscire di casa». Bombe, agguati e stese dunque, a cui si aggiunge la crisi economica. «Cosa chiede questa serrata? Soluzioni concrete, basta isolamento». 

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