Oltre mezzo milione di euro l’anno. Era questo il fatturato registrato dai gestori della piazza di spaccio di San Pietro a Patierno smantellata questa mattina dalla Polizia di Stato. Le indagini, avviate dagli investigatori del commissariato ‘Secondigliano’ insieme ai colleghi della Squadra Mobile, hanno permesso non solo di ricostruire il giro d’affari del sodalizio ma anche il suo organigramma e, soprattutto, la sua appartenenza alla cosca della ‘Vanella Grassi’.
Sei mesi di intensa attività condotta non solo con servizi di controllo del territorio ma anche servendosi di intercettazioni telefoniche e di microcamere posizionate in punti strategici hanno permesso di svelare anche il particolare funzionamento della piazza di spaccio, al cui vertice c’era un intero nucleo familiare.
Un’indagine complessa, quella avviata dai ‘fantasmi’, soprannome con cui sono conosciuti gli investigatori del IV Distretto negli ambienti della mala secondiglianese che ha avuto inizio circa sei mesi fa quando sono cominciate a circolare le prime notizie sul base di spaccio. Quello, però, che gli agenti non potevano immaginare era quanto fosse estesa la zona operativa del gruppo. Da Casoria a Calata Capodichino, dal Rione Berlingieri al Vasto e finanche a Poggioreale, l’organizzazione serviva decine di clienti, molti dei quali, come scoperto grazie dalle intercettazioni, veri e propri insospettabili. Particolare cura, infatti, era stata posta dai vertici del gruppo al funzionamento degli affari. La prima regola la selezione della clientela.
La seconda, la piena soddisfazione del cliente sia nella qualità del prodotto, solo cocaina di prima qualità, e nei tempi di consegna, effettuate con un vero e proprio servizio di delivery.
Giuseppina Esposito
A smistare le richieste un centralista che, poi, provvedeva a incaricare i vari spacciatori delle consegne, dopo aver comunicato l’indirizzo del cliente. A questo punto era compito dei pusher, a bordo di auto o servendosi di scooter, concludere la compravendita e, quindi, consegnare l’incasso alla base di San Pietro a Patierno. Le indagini hanno documentato una media di circa cento consegne al giorno per decine di dosi il cui prezzo al dettaglio variava dai venti ai cinquanta euro. A rifornire il sodalizio i depositi della ‘Vanella Grassi’.
L’appartenenza del gruppo alla potente cosca camorristica, però, sarebbe emerso anche in occasione di un incidente diplomatico avvenuto a Casoria quando uno sconfinamento dei pusher del gruppo Romano non fu ben visto dalla camorra locale.
Daniele Romano
Al sodalizio, tuttavia, sarebbe bastato fare cenno ai suoi legami con i vanelliani non solo per disinnescare una potenziale situazione pericolosa ma anche, secondo gli investigatori, a continuare a fare affari nella zona. Informazioni, queste, che danno ancora più risalto al blitz condotto, questa mattina, dagli uomini della Polizia di Stato e che, oltre agli arresti, ha portato anche al sequestro di un ingente somma di denaro, circa diecimila euro in contanti, e di un sofisticato sistema di videosorveglianza posto a guardia della piazza.