Con la camorra lui non c'entrava niente, ma il clan Di Lauro voleva punire il figliastro che se ne era andato con gli scissionisti. Per questo motivo venne picchiato praticamente a mani nude, fino a ridurlo in fin di vita. È una vittima innocente della criminalità organizzata Salvatore De Magistris, morto nel 2004, all'età di 60 anni e in maniera atroce, per la DDA di Napoli per mano di Nunzio Di Lauro e Antonio Mennetta, e su ordine di Marco Di Lauro.
Salvatore de Magistris venne braccato e bloccato a Secondigliano, durante la faida del 2004. Ai due Di Lauro e a Mennetta, oggi la Procura antimafia partenopea ha notificato nuove accuse: omicidio volontario con dolo diretto, per Mennetta e Nunzio Di Lauro, con l' aggravante delle sevizie e per avere commesso il reato per favorire un'associazione camorristica, e omicidio volontario con dolo, ma con concorso anomalo, per Marco Di Lauro, che malgrado non avesse ordinato l'omicidio poteva prevede che l'esito sarebbe potuto essere quello. Le indagini sul delitto di De Magistris, che ha molte analogie con quello di Gelsomina Verde, sono state riaperte 14 anni dopo dal sostituto procuratore Maurizio De Marco, anche grazie al contributo del pentito Salvatore Tamburrino, uomo di fiducia del boss Marco di Lauro.
L'unico obiettivo di quella missione era punire il tradimento di Biagio Esposito, passato con gli «scissionisti».