Anziano ucciso a Napoli, ipotesi vendetta: i pm seguono la pista familiare

Si stringe il cerchio intorno all'assassino: verifiche sulle impronte di scarpe nel palazzo

Via Mario Gigante, luogo del delitto
Via Mario Gigante, luogo del delitto
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 20 Novembre 2023, 23:33 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 12:38
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Sull’uccisione di Mario Palma, il pensionato trovato morto nella sua casa di Fuorigrotta due giorni fa, rimangono molte ombre e pochissime certezze. A quarantott’ore dal ritrovamento del corpo senza vita dell’81enne, le indagini dei carabinieri iniziano a mettere a fuoco un fascio di ipotesi, al momento tutte da prendere molto sul serio. Nulla viene tralasciato. In questa macabra altalena di certezze (poche) ed ombre (molte) gli investigatori hanno allargato il cerchio delle ipotesi. Sul caso pesa naturalmente la mancanza di testimoni: Palma viveva solo al piano rialzato di via Mario Gigante, una zona che comunque non si può definire isolata. Anche per questo sono già stati acquisiti i filmati degli impianti di videosorveglianza stradale e privata.

Quel che si può affermare con certezza è che la scoperta del corpo senza vita dell’anziano è stata fatta intorno all’ora di pranzo di domenica da una condomina: passando davanti alla porta d’ingresso dell’abitazione della vittima ha notato delle macchie di sangue provenienti dall’interno. La porta era regolarmente chiusa, ma senza giro di chiavi. A fare la tragica scoperta è stato invece il fratello di Mario Palma, che dall’Avellinese dove risiede è dovuto correre a Napoli dal momento che era la sola persona ad avere un doppione delle chiavi d’ingresso.

 

Altra certezza che è emersa dal sopralluogo degli militari della Scientifica è che su finestre e balconi, come pure sulla stessa porta d’ingresso, non c’erano segni in effrazione. Circostanza che conferma un punto importante: il pensionato ha aperto la porta al suo assassino. Questo lascerebbe ipotizzare che lo conoscesse bene, o quanto meno si fidasse di lui. Nelle prime ore successive alla scoperta dell’omicidio si era privilegiata la pista di una rapina sfociata nel sangue. Ma con il passare delle ore e con le verifiche dei carabinieri svolte all’interno dell’appartamento è emerso che nessun ambiente interno era stato messo a soqquadro: le camere erano in ordine, e generalmente questo non accade quando entrano in azione ladri o rapinatori. Viene confermato anche il fatto che nulla di quel poco di valore custodito nell’appartamentino di via Gigante è stato trafugato. Gli esperti delle ricerche scientifiche avrebbero anche prestato molta attenzione ad alcune impronte di scarpe presenti nell’androne del palazzo.

E veniamo alle zone d’ombra. Cominciamo dall’orario. Il medico legale intervenuto sul posto, domenica, ha dato un orario approssimativo in cui il cuore di Mario Palma si sarebbe fermato a seguito delle coltellate ricevute. Ma per avere conferme bisognerà attendere i risultati dell’autopsia. Appare chiaro che nel momento in cui la vicina ha lanciato l’allarme vedendo il rivolo di sangue fuoriuscire dalla porta d’ingresso il pensionato era già morto. E il “ventaglio” ipotizzabile va dalle quattro alle otto-dieci ore precedenti. Se questo è vero, Palma potrebbe essere stato aggredito di notte o alle prime luci dell’alba di domenica.

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Ma il rebus vero da sciogliere - assieme a quello dell’identità dell’assassino - resta quello legato al movente.

Chi, e soprattutto perché ha ucciso questo mite pensionato, conosciuto, ben voluto e oggi rimpianto d a tutto il vicinato? Eccezion fatta che per la legittima difesa, si uccide fondamentalmente per due motivi: denaro o odio. Se Palma è rimasto vittima di un tentativo di rapina in casa, si può anche immaginare che l’autore del colpo mancato conoscesse bene le abitudini dell’uomo e - soprattutto - lo stato dei luoghi dell’appartamento. Forse addirittura anche dove l’anziano nascondesse qualche centinaio di euro.

Per questo i militari dell’Arma hanno ascoltato decine di persone alla ricerca di uno spunto, un suggerimento, un’idea: partendo ovviamente dalla cerchia familiare per poi passare ai coinquilini e a quei pochi amici che ancora aveva. L’idea di una reazione violentissima scatenata nell’assassino dal fatto di non trovare denaro o gioielli pure deve essere presa in considerazione. Poi c’è l’odio. Ma qui il terreno si fa ancora più scivoloso. Palma aveva nemici? Persone con le quali aveva mantenuto conti in sospeso? La violenza dei colpi di coltello inferti sul corpo e persino sul volto della vittima indicherebbero un’aggressione compiuta con incredibile, sanguinario accanimento. L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Antonella Lauri e dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli passerà nelle prossime ore ai magistrati della sezione Sicurezza Urbana, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Amato.
 

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