Si chiama M. L. l'ex impiegata delle Poste indagata dalla Procura di Napoli per aver sottratto centinaia di migliaia di euro dai conti della filiale di Castel Capuano. Una brutta storia che comincia l'estate scorsa quando un cliente si reca presso l'ufficio postale perché si è accorto che dal suo conto sono spariti 48mila euro, i risparmi di una vita che l'uomo, un netturbino, aveva faticosamente messo da parte. Chiede di parlare con M. L. per avere spiegazioni ma l'impiegata, a detta del direttore della filiale, non è in sede. È una bugia. La donna, infatti, è in ufficio e ascolta la discussione tra il netturbino e il direttore che, via via, assume toni sempre più concitati. La vittima, convintasi di essersi trovato al centro di un raggiro, fa l'unica cosa che può fare. Abbandona la filiale delle poste e si reca subito al presidio che la polizia mantiene ancora presso Castel Capuano. Qui, i due agenti di piantone, lo indirizzano al vicino commissariato Vicaria-Mercato invitandolo a sporgere denuncia. Pochi minuti dopo il netturbino sconvolto racconta quanto gli è accaduto a due increduli funzionari.
Una volta presa in carico la denuncia, una volante viene inviata a prelevare la donna e il direttore della filiale, quest'ultimo, verosimilmente, per essere ascoltato. Qualche ora più tardi la donna viene indagata formalmente per truffa, reato, poi, che verrà trasformato in peculato.
In realtà, qualcuno, si era accorto che qualcosa non andava in quell'ufficio postale ma l'impiegata (successivamente reo confessa) era stata abile da sviare ogni sospetto. Era accaduto, ad esempio, che qualche giorno prima che il netturbino facesse irruzione nella filiale, un'altra cliente aveva contattato l'impiegata riferendole che dal suo conto erano spariti circa trentamila euro. Lo aveva scoperto perché, trovandosi in vacanza a Terracina, si era recata in uno degli uffici postali del posto per un prelievo ma gli impiegati le avevano riferito che sul conto non c'erano soldi. M. L., però, non si era scomposta e, anzi, imputando l'ammanco a un errore del terminale l'aveva invitata a presentarsi in ufficio per chiarire l'accaduto. Così mentre la cliente si precipitava a Napoli, M. L., rimetteva i soldi sul conto. Soldi che, come riferiscono gli investigatori, avrebbe ripreso una volta tranquillizzata la cliente. Alla fine, si scoprirà che l'ex impiegata, nel corso dei mesi, si era appropriata almeno di mezzo milione di euro. Che fine abbia fatto il denaro, però, è un mistero perché quando i poliziotti hanno eseguito un sequestro preventivo, sul suo conto corrente hanno trovato soltanto 130 euro. La voce del quartiere è che la signora, affetta da una grave ludopatia, abbia sperperato il denaro giocando d'azzardo. Voce che, secondo alcune indiscrezioni, anche l'indagata avrebbe confermato. Tuttavia, c'è anche chi sostiene che i soldi, in realtà, siano serviti per un altro scopo, aiutare suo fratello suicidatosi lo scorso novembre. Un gesto estremo che, sin dal primo momento, gli investigatori hanno indicato come legato a una pesante situazione debitoria cui l'uomo, che avrebbe lasciato un biglietto al riguardo, non era più in grado di sostenere. A spingerlo a farla finita, a questo punto, non è escluso che possa essere stata l'indagine che ha travolto la sorella M. L., ormai impossibilitata a sostenerlo economicamente utilizzando il denaro che, di volta in volta, sottraeva dai conti degli ignari clienti.