«Sei donna, ti taglierò la testa»,
le vigilesse di Napoli chiedono tutele

«Sei donna, ti taglierò la testa», le vigilesse di Napoli chiedono tutele
di Paolo Barbuto
Martedì 13 Aprile 2021, 08:38 - Ultimo agg. 14 Aprile, 08:02
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«Femmina non puoi tenermi prigioniero, ti taglierò la testa», l'energumeno inferocito è stato appena bloccato, ammanettato e spinto dentro l'auto all'interno della quale c'è l'agente alla guida. Mentre gli altri entrano, l'energumeno, un immigrato, affronta spavaldo l'agente, che è una donna, e la minaccia di morte. Scene di assurda quotidianità nel quartiere Vasto dove l'emergenza immigrati fa sentire il suo peso e fa scricchiolare le certezze delle vigilesse.


IL MALESSERE
Le donne sono nel mirino dei delinquenti scalmanati, sono loro ad avere più paura.

Nel rione la questione è ben nota e ha imposto regole precise (ne parleremo più avanti), nella sezione San Lorenzo dei vigili, che è quella che si occupa del Vasto, la vicenda sta lavorando ai fianchi della serenità del gruppo. Dicono sottovoce le donne in divisa che non hanno più nessuna voglia di stare lì e sarebbero felici di andare altrove. La questione viene rigorosamente respinta sia dai sindacati, dai quali si spiega che nessun sanlorenzino andrebbe via da quella unità operativa considerata comoda e importante, sia dai vertici della sezione i quali chiariscono che nessuna richiesta ufficiale di trasferimento è giunta dalle donne.


Eppure le vigilesse si chiedono se sia ancora il caso di stare in quel territorio dove uomini privi di controllo considerano le donne come esseri inferiori: «Non bisogna generalizzare perché ci sono centinaia di immigrati che sono integrati e sono persone perbene - ha già spiegato la sindacalista Roberta Stella - e non bisogna creare una questione di odioso razzismo. Ciò che accade è semplicemente il risultato di una accoglienza sbagliata che lascia per strada centinaia di ragazzi immigrati, i quali non avendo nulla da fare si ubriacano, si drogano e fanno danni. Poi, purtroppo, se qualcuno ha inculcato in quei ragazzi idee assurde sulle donne, e se qui al loro arrivo nessuno gli ha spiegato che quelle idee sono sbagliate, si arriva alla situazione attuale».


L'ALLARME
Adelaide Dario è la sentinella più accorta del territorio. Coordina il comitato Quartiere Vasto che ha una pagina social dove si radunano tutte le notizie e le rimostranze del territorio. Un tempo faceva da cicerone agli inviati delle tv che volevano raccontare il dramma del Vasto, oggi non può più farlo: è stata identificata, insultata, minacciata dagli stranieri che la ritengono colpevole di certi, rari, irrigidimenti delle forze dell'ordine nei loro confronti. «Quando esco di casa cerco di stare attenta, evito di muovermi da sola, non scendo durante le ore di buio», una vita da reclusa, insomma, per paura di un territorio nel quale comanda chi è senza legge.


Non sono l'unica a fare questa vita. Se volete saperlo qui al Vasto nessuna ragazza esce da sola. Padri e fratelli hanno paura, fanno da scorta alle donne perché sono loro quelle prese più di mira dagli stranieri: all'inizio, tanti anni fa, erano solo apprezzamenti pesanti, poi pian piano sono diventati sempre più aggressivi e violenti. Nessuna di noi può dimenticare la violenza subìta dall'infermiera nel parcheggio dei bus alla Stazione».


Il refrain lo ripete da anni, s'è stufata di dire che va tutto male, non sopporta più le passerelle della politica («di qualsiasi colore - precisa - da Salvini ad Alessandra Clemente»), poi lancia un appello disperato: «Noi vorremmo semplicemente riuscire ad avere una vita normale. Senza aver paura di essere aggrediti quando scendiamo dal palazzo, senza temere di finire in mezzo a una rissa o a un regolamento di conti a coltellate, senza sentire costantemente la puzza di pipì o degli escrementi che vengono lasciati davanti ai nostri portoni. Vi sembrano proposte accettabili?».

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