Creare il brand Chiaia, unirsi per fare sistema e interfacciarsi con l’amministrazione pubblica. Questo l’obiettivo primario. Lo scopo finale? Far sì che i grandi numeri del turismo napoletano arrivino sempre di più anche nel “salotto buono” senza fermarsi al centro storico. È l’idea che si sono messi in testa otto imprenditori «sognatori», come si autodefiniscono, guidati da Maurizio Marinella. Gli otto fondatori hanno dato vita a un progetto base di marketing e ieri lo hanno presentato a un gruppo di una cinquantina di attività che rappresentano il cuore pulsante del commercio di Chiaia. È nata così ieri “We are Chiaia”, l’associazione di commercianti e imprenditori.
Già perché, nonostante qualche perplessità, la maggior parte dei presenti è sembrata entusiasta del progetto e pronta a contribuire anche economicamente. Un’idea che potrebbe riscontrare un certo interesse anche nell’amministrazione comunale. Da tempo si parla di “delocalizzazione” dei flussi turistici. Certo, il turismo che può accogliere Chiaia è quello di lusso, premium e luxury, ma potrebbe comunque essere un fattore di delocalizzazione importante utile all’intera città. Visto che di turismo, invece, il centro storico scoppia. Tra gli otto soci fondatori spicca il presidente Marinella: «C’è un grande interesse su Napoli. Per questo vogliamo strutturarci affinché anche Chiaia possa offrire un’accoglienza particolare», spiega: «Qui abbiamo food, fashion, circoli sportivi. È un concentrato di eccellenze. Abbiamo anche tanti alberghi e altri tre apriranno nei prossimi tempi. Per questo c’è bisogno di fare rete per trasmettere quanto di bello abbiamo ma non siamo mai riusciti a valorizzare».
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E rilancia, anche in pubblico, l’idea raccontata al Mattino di «una settimana della moda, di respiro internazionale, anche a Napoli». Ma si tratta delle prime bozze di idee. L’incontro di ieri è stato quello in cui l’idea degli otto fondatori (con Marinella ci sono Claudia Catapano, Pierluigi De Caro, Ciko Orefice, Maura Pane, Massimo Porzio, Domenico Ricciardi, Marietta Tramontano) è stata trasmessa agli altri principali esercenti e imprenditori di Chiaia.
«Dobbiamo stare insieme e non farci la lotta come abbiamo fatto in passato», l’appello finale di Marinella ai colleghi, ricordando che resterà lì ancora a lungo: «Sono qui da 111 anni e ho promesso che arriverò almeno a duecento». La presentazione è avvenuta ieri presso la Banca Patrimoni Sella a Palazzo Leonetti in via dei Mille. «Vogliamo porci come alternativa di eccellenza al centro storico, rendendo Chiaia un centro vitale attrattivo per i turisti e più vivibile per i residenti», dice Maura Pane, tra le principali animatrici dell’iniziativa. Ad affiancare gli otto fondatori c’è il professore, esperto di marketing territoriale, Raffaele Cercola secondo cui a Napoli «non c’è un problema di overtourism» ma piuttosto di «un turismo sbilanciato, concentrato tutto in un pezzo del centro storico». Cercola stimola gli interlocutori: «È l’ultima occasione che abbiamo. Se non lo faremo noi, lo farà il Vomero».
L’idea di Cercola è di inserire nel progetto anche il Lungomare. Il suo intervento apre un dibattito perché si inizia a parlare di ipotesi di pedonalizzazione, degli orari di apertura e chiusura dei negozi, di un primo grande evento da svolgere in un punto mirato dell’area di Chiaia e della maggiore attenzione da tenere alla cura del quartiere. Temi che saranno poi affrontati successivamente quando l’associazione prenderà davvero forma. Mancano molti dettagli e c’è la necessità di capire come trasformare l’idea in realtà. Ma il progetto, o comunque i modelli, sono molto chiari.
We are Chiaia nasce con la volontà precisa di diventare un brand come lo sono Soho (Londra), Brera (Milano) o il Meatpacking district di New York. Ha scelto come primo strumento di comunicazione il digitale realizzando una piattaforma web dinamica che vuol essere portale di informazione, voce e vetrina del quartiere: www.wechiaia.it. La comunicazione è l’aspetto su cui, per ora, si è puntato più forte. Il progetto si avvale della collaborazione no-profit di un panel di consulenti esperti in Marketing e Comunicazione: la società di comunicazione dipunto studio e l’agenzia creativa BreadAndNetwork. Proprio quest’ultima ha creato il logo dell’associazione: l’immagine nasce dalla stilizzazione dello storico ponte di Chiaia, costruito nel 1636 in epoca vicereale e ristrutturato in forme neoclassiche nel 1834. Ma saranno anche loro ad occuparsi della piattaforma online, un portale-vetrina per le attività commerciali e per i pilastri che formano l’identità di Chiaia. La piattaforma vuole essere un valido asset nella promozione della propria attività.