Allarme camorra a Napoli: ucciso vicino alla scuola nella città delle due faide

Due agguati in 18 ore, Manfredi: ora sono preoccupato

L'omicidio di Antonio Esposito a Pianura
L'omicidio di Antonio Esposito a Pianura
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 3 Marzo 2023, 23:47 - Ultimo agg. 4 Marzo, 08:25
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Non hanno badato agli studenti che facevano ingresso nella scuola lì vicino, non hanno badato ai volontari del Centro dedicato al santo del posto - padre Giustino Russolillo -, né ai religiosi di una vicina Chiesa evangelica. Non hanno pensato che un proiettile di rimbalzo avrebbe potuto colpire un impiegato in procinto di andare al lavoro o il meccanico che da sempre si reca al bar sotto casa prima di alzare la sua saracinesca. No, hanno sparato e ucciso. Dodici colpi, uno dei quali schizzato su una parete e rimbazato a terra, a pochi passi dal corpo di un uomo ucciso. Il corpo di chi? L’ultimo morto ammazzato a Napoli si chiama Antonio Esposito, ha 49 anni, è un personaggio ritenuto vicino al clan Vigilia. Siamo a Pianura, in via Torricelli, zona centrale del quartiere di Napoli ovest, da sempre un pezzo di città che orgogliosamente si riconosce attorno alla storia di Don Giustino, fresco di santificazione. Ore 8.40 di venerdì mattina: l’uomo era alla guida di una Smart azzurra, quando killer in sella a uno scooter gli avrebbero sbarrato il passo iniziando a sparare. Inutile il tentativo di Esposito di fuggire a piedi. I suoi assassini lo hanno raggiunto dopo pochi metri e non gli hanno lasciato scampo esplodendogli contro numerosi colpi di pistola, di cui almeno quattro lo hanno raggiunto al volto. Colpi di grazia, esecuzione plateale. 

Un omicidio, quello di Antonio Esposito, che si registra a poche ore di distanza dall’agguato consumato giovedì pomeriggio a Ponticelli, costato la vita al pregiudicato Pasquale Manna, probabilmente perché ritenuto esponente dei Rea-Veneruso (clan a Casalnuovo), quindi in rotta con le cosche di Ponticelli. Due faide nel giro di quindici chilometri, città stretta nella morsa di due focolai di guerra. Quanto basta a spingere il sindaco Gaetano Manfredi a esprimere tutta la propria preoccupazione su quanto sta avvenendo a Napoli: «C’è grande preoccupazione per queste faide che si innescano in maniera così repentina in una camorra fortemente frammentata in città. Ci vuole sempre maggiore pressione e impegno da parte di tutti noi, chiaramente con il supporto delle forze dell’ordine e della magistratura: bisogna tenere la guardia molto alta», ha spiegato il primo citadino. Ma non è tutto. Manfredi ha inoltre riferito di aver parlato con il prefetto Palomba e il questore Giuliano, sottolineando la necessità di «proseguire nel lavoro sull’intero territorio metropolitano, per dare sicurezza ai cittadini e proseguire nell’opera di riqualificazione urbana, ma anche per favorire la crescita delle forme aggregative e associative che rappresentano gli anticorpi forti contro la camorra». 

 

Ma torniamo all’agguato di ieri mattina. Inchiesta della Dda di Napoli, al lavoro i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Napoli, si scava sulla trama di relazioni della vittima. Vicino ai Vigilia, dunque avversato dal gruppo Grimaldi, cosca storica del quartiere giunta alla sua terza generazione. Da mesi, da queste parti soffiano venti di guerra. Stese, agguati, minacce e intimidazioni. Basta un dato su tutti. Appena venti giorni fa, sono stati i carabinieri a bloccare un’auto in via Jannelli (a ridosso della zona ospedaliera), con alcuni soggetti ritenuti in odore di camorra. Tra questi, un parente del boss Grimaldi, soggetto giovane e pericoloso al tempo stesso. Ricordate con chi viaggiava in auto? Era accompagnato da altri cinque soggetti, uno dei quali era armato: si chiama Ciro Granillo, aveva un giubbotto antiproiettile e un’arma pronta all’uso.

Cosa dovevano fare? Un agguato? Processo alle intenzioni a parte (le indagini sono in corso), è chiaro che in quel di Pianura tira aria di faida, si rischia uno scontro a fuoco in ogni momento del giorno e della notte.

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Esattamente come accaduto ieri mattina. Chiare le immagini e le testimonianze raccolte: dodici colpi esplosi intorno alle otto e mezza dicono tutto. Fanno capire il volume di fuoco che può esplodere in ogni momento, anche mettendo a repentaglio la vita di passanti ovviamente estranei alle dinamiche criminali. Inutile dire che ieri mattina, c’è chi è stato costretto a fuggire all’interno delle proprie abitazioni e dei propri negozi, per scongiurare il rischio di essere colpiti: come evidenzia l’ogiva di un proiettile rimbalzato tra mura e asfalto, lì a pochi passi da due centri religiosi e da una scuola che da poco aveva fatto suonare la campanella. Ce n’è abbastanza per chiedere telecamere e forze dell’ordine, ma anche una più ampia azione di bonifica in interi lotti popolari infestati dalla camorra, come torna a chiedere il sindaco di Napoli. 

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