Napoli, Ornella ammazzata dal compagno: l'ultima telefonata alla sorella prima di morire

Napoli, Ornella ammazzata dal compagno: l'ultima telefonata alla sorella prima di morire
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 14 Marzo 2021, 00:01 - Ultimo agg. 13:47
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La morte è arrivata all’improvviso un’ora prima dell’alba, e il carnefice aveva il volto del convivente: un uomo insospettabile e tranquillo. Lui che diceva di amarla, il padre del loro bambino nato nel 2017, si è trasformato in un mostro. Lui, che inutilmente cercava di ricomporre una improvvisa separazione sopravvenuta alcuni mesi fa.


Dodici coltellate sferrate con un indicibile carico d’odio alle 4,35 dell’altra notte riaprono i cancelli di quell’inferno in terra che risponde alla voce dei femminicidi. «Ho ucciso la mia compagna»: quattro ore e mezzo dopo il fatto commesso nell’abitazione del quartiere San Carlo all’Arena l’assassino busserà al cancello della stazione dei carabinieri di Montegabbione, vicino Orvieto, in Umbria. 


Al termine di una improvvisa quanto inutile fuga lungo l’Autostrada del Sole Giuseppe «Pinotto» Iacomino, 43 anni, si va a costituire, con addosso ancora i vestiti sporchi del sangue della sua (ex) compagna, Ornella Pinto, 40enne. È il tredicesimo femminicidio dall’inizio dell’anno in Italia.

Manca meno di mezz’ora alle cinque del mattino di ieri quando il diavolo entra nell’appartamento al terzo piano di via Filippo Cavolino, zone di piazza Carlo III, a un tiro di schioppo dalla Caserma Raniero, sede dell’autoparco della Questura di Napoli. E il diavolo ha le sembianze di un tranquillo imprenditore alberghiero che da cinque anni convive con la vittima, dalla quale ha avuto anche un bambino che oggi ha quasi quattro anni e diventa altra vittima innocente, trovandosi nella camera da letto trasformata in un mattatoio e assistendo alla feroce violenza.


Dietro quelle coltellate inferte da Iacomino - che collabora con madre e sorella alla gestione di un alberghetto ad Ercolano - c’è una violenza allucinante. E ancora indecifrata: ma ormai appare chiaro che la separazione della coppia, che durava da quasi un mese, sarebbe alla base dello sbocco di un odio tanto efferato.

L’uomo è rimasto sotto interrogatorio fino a tarda sera nella caserma dei carabinieri del comando provinciale di Terni. Il pm ha già convalidato il fermo: ora è accusato di omicidio volontario. Indagini coordinate dalla Procura di Napoli e affidate sia alla Polizia di Stato che all’Arma dei carabinieri.

 



Terribili gli ultimi momenti di vita di Ornella Pinto, insegnante di sostegno laureata in Lettere. Secondo una prima ricostruzione il suo compagno si sarebbe allontanato da oltre un paio di settimane dall’appartamento, per poi rimaterializzarsi improvvisamente nel cuore dell’altra notte. Apre con il doppione delle chiavi la porta di casa e sveglia Ornella, che dorme in camera da letto abbracciata al figlioletto. Confuso, in evidente stato di alterazione, scatena la sua rabbia sulla donna indifesa: almeno dodici i fendenti di un coltellaccio che colpiscono la vittima al collo, al petto, alle braccia e alle spalle mentre il bimbo inizia a piangere disperato. Poi lui fugge. Mentre Ornella trova ancora la forza di telefonare a sua sorella: «Aiutatemi, sto morendo...».


La germana chiama immediatamente il 112, e lo fa mentre alcuni condomini - svegliati di soprassalto dalle urla disperate che arrivano dal piano superiore - allertano allo stesso modo le forze dell’ordine pur senza immaginare cosa stia succedendo nel palazzo. Dalla vicina centrale dell’Ufficio prevenzione generale della Questura giunge una Volante, che trova l’uscio di casa ancora socchiuso e scopre la donna riversa in un bagno di sangue. Solo dopo arriva un’ambulanza che trasporta la vittima al Cardarelli in condizioni disperate. Il cuore di Ornella - che oltre ad essere stata attinta ad organi vitali ha già perso tanto sangue - cesserà di battere a mezzogiorno.

Non sopportava la separazione dalla compagna e dal figlioletto: questa appare, anche alla luce del primo interrogatorio svoltosi in una caserma dei carabinieri di terni, la causale dell’assurdo delitto commesso da Pinotto Iacomino. Il 43enne ha ammesso le proprie responsabilità in sede di interrogatorio, al termine del quale il sostituto procuratore Elena Neri ha convalidato l’arresto formulando l’accusa di omicidio volontario. L’uomo si trova ora nel carcere di Terni.

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