Napoli, ospedale San Giovanni Bosco senza pace: in corsia tornano le formiche

Napoli, ospedale San Giovanni Bosco senza pace: in corsia tornano le formiche
di Viviana Lanza
Giovedì 22 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 13:58
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Di nuovo formiche al San Giovanni Bosco e nessuna buvette. Gli insetti questa volta erano nei locali dell'accettazione dove vengono destinati i pazienti in codice verde. Erano sul pavimento lungo il camminamento che conduce ai locali dell'ospedale. C'è da dire tuttavia che l'allarme in questo caso è presto rientrato, perché Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli 1, è stato presente e tempestivo nell'affrontare la situazione e rapido ed efficace è stato l'intervento dei carabinieri del Nas, il nucleo guidato dal comandante Vincenzo Maresca.
 
Mentre per la questione buvette continua il braccio di ferro giudiziario a suon di ricorsi tra la ditta che vorrebbe l'appalto e l'Asl. Ma andiamo con ordine.

La presenza di formiche al San Giovanni Bosco continua a essere al centro di verifiche e inchieste. L'ultimo caso risale a due giorni fa. Gli insetti sono stati avvistati nel lungo camminamento che porta ai locali dell'accettazione e dove arrivano i pazienti in condizione da codice verde, quindi pazienti con traumi, lesioni, comunque di minore urgenza. Considerati i precedenti per la presenza di formiche riscontrate in periodi diversi in numerosi reparti dell'ospedale, la presenza degli insetti scoperta nei giorni scorsi non è stata sottovalutata. Verdoliva ha tempestivamente gestito la situazione e i carabinieri del nucleo per la tutela della salute sono intervenuti. È stata fatta una bonifica e sono in atto verifiche per chiarire le cause di questa nuova presenza di formiche. È noto, infatti, che ci sono indagini in corso sui casi dei mesi scorsi e che tra le ipotesi al vaglio c'è anche quella del complotto come a dire che l'invasione di insetti tra le lenzuola di pazienti gravi o sui macchinari dei reparti o ancora nei bagni o nei corridoi potrebbe essere stata orchestrata ad hoc per un motivo per ben preciso, per rompere equilibri, per creare un caso. Le indagini sono in corso e nei mesi scorsi hanno anche incrociato un filone di un'inchiesta della Dda sul clan Contini e l'Alleanza di Secondigliano, su interessi e complicità che per anni hanno spinto la camorra a dettare la propria legge anche all'interno di strutture pubbliche tra cui gli ospedali cittadini, e tra questi il San Giovanni Bosco che in passato, secondo informative delle forze dell'ordine e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sarebbe stato luogo di summit di boss e affiliati e il modo per far ottenere agli amici degli amici falsi certificati per falsi sinistri o altri trattamenti di favore. Un caso nel caso, inoltre, quello della buvette del nosocomio di via Filippo Maria Briganti, a ridosso del famigerato rione Amicizia. Il bar-ristorante interno alla struttura ospedaliera fu chiuso per mancanza delle autorizzazioni necessarie a dicembre scorso. Un nome, quello di Teodoro De Rosa, che ricorre nelle vicende dell'ospedale di via Briganti: è stato tra i collaboratori che hanno contribuito a far svelare i segreti del passato dell'ospedale ed era uno dei gestori del punto di ristoro all'interno dell'ospedale.

Oggi il bar-ristorante è al centro di un contenzioso tra l'Asl e una srl interessata a riprendere l'attività all'interno dell'ospedale. Ieri il collegio della sezione feriale del Tribunale civile di Napoli ha emesso un'ordinanza con cui ha respinto il ricorso della società. Per il momento niente buvette. Il motivo della disputa giudiziaria è da ricondursi alle autorizzazioni per l'attività commerciale. A dicembre dello scorso anno il Nas rilevò presunte irregolarità e l'attività fu sospesa, a maggio la società comunicò all'Asl di aver ottenuto le autorizzazioni e poter riprendere l'attività. L'Asl però impedì l'accesso ai locali apponendo catenacci e chiese di essere reintegrata nel possesso dei locali sostenendo che il contratto di locazione era scaduto almeno dal 2015 e non era stato rinnovato. Tuttavia il braccio di ferro si è incentrato soprattutto sulla questione delle autorizzazioni necessarie per poter svolgere l'attività di ristorazione all'interno della struttura ospedaliera. Due le tesi a confronto, due le posizioni contrastanti, da una parte la società srl interessata a riprendere e proseguire l'attività commerciale e dall'altra l'Asl competente. In estrema sintesi, per la società le autorizzazioni ci sarebbero e sarebbero valide, per l'Asl non sarebbero in regola. Di qui la battaglia giudiziaria a suon di ricorsi.
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