Napoli, codici e pazienti fantasma: tra i vicoli del patto No vax

Napoli, codici e pazienti fantasma: tra i vicoli del patto No vax
di Gennaro Di Biase
Giovedì 10 Febbraio 2022, 07:14 - Ultimo agg. 16:35
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Si entra in negozio e si chiede: «Per la seconda?». Così inizia la pratica per la vaccinazione fake alla Sanità. L'ospedale, però, è da un'altra parte. E le procedure per il siero sono ben diverse: le indicazioni per le iniezioni, al San Gennaro, sono scritte su un foglio di carta fragilissimo, attaccato con lo scotch sulla parete malmessa di un box. Ci si entra senza difficoltà e senza code, visto il flusso scarso di persone. Basta mostrare la tessera sanitaria e manifestare l'intenzione di vaccinarsi. Anche se non è vero. Del resto, la strategia dell'ospedale aperto era un preciso piano dello Stato, pensata per favorire la diffusione del siero anti-Covid nei quartieri più difficili. Open Day, Open Night, hub, presidi del territorio: negli ultimi mesi, lo sforzo da parte delle istituzioni è stato copioso ma con risultati non certo eccellenti.

Difficile sapere dove informarsi per il certificato verde che bypassa l'iniezione. Le parole segrete con cui si accede alla filiera della finta dose si ottengono solo in via confidenziale, e in ambienti allergici al vaccino. Niente social, niente Internet e niente marketing per il vaccino fantasma. La rivoluzione informatica, in questo caso, qui è passata inosservata. Mentre il mondo si proietta al futuro, il Rione è fuori dal tempo: si basa sul faccia a faccia e sul passaparola: i suoi segreti sono custoditi o si svelano quasi solo ai residenti. La Sanità, insomma, è per certi versi una massoneria popolare. «C'è un negozio sussurra un No vax bisogna entrarci e chiedere: Per la seconda?...». Una volta eseguita questa richiesta, bisogna attendere. Poi lasciare nel locale 300 euro in un plico, con la tessera sanitaria allegata. Dopo qualche giorno, il Super pass farlocco è fatto: diventa una realtà. O meglio, una realtà virtuale che arriva via smartphone. Ecco il modo per manipolare la digitalizzazione, per neutralizzare cioè il principale strumento di controllo dall'avvento della pandemia. Uno sfottò del potere che non ha nulla di comico, ma si organizza come contro-Stato con leggi selvagge alternative. E cioè senza leggi.


«Qua è tutto distrutto sospira un anziano indicando una discarica l'unica legge è la povertà». Nei bar, nei negozi e in strada, la voglia di ribellarsi al vaccino si tocca con mano e con i timpani. La pandemia, qui, nonostante i suoi danni e i suoi morti, si riduce talvolta a un «complotto dei potenti», per chi si rifiuta di vedere la realtà del virus e guardare la verità, che non sceglie mai di stare da una sola parte. «Mio cognato si è preso il Covid dice un cliente Adesso è guarito, ma se ho capito bene adesso può evitare di farsi la terza dose, perché la carta verde ce l'ha lo stesso. Vero?». «Sì, sì conferma un altro Beato lui». Il disincanto è di casa alla Sanità. E non è solo un disincanto del vaccino. Nasce dalle discariche, con interi wc lasciati a marcire tra i rifiuti non raccolti. Lo si legge nei palazzi antichi, belli quanto distrutti, che sembrano essere sopravvissuti a se stessi e alla fine dello slancio vitale del quartiere: il cuore pulsante di Napoli, dove nulla può entrare, nemmeno lo Stato, e dove il fascino si confonde con la miseria. L'ospedale stesso è maestoso quanto decadente. «Vaccinazioni primo piano», si legge nella sala screpolata che porta alle scale. L'intonaco del soffitto è per larghi tratti un ricordo smarrito. Il disincanto, qui, è figlio anche del degrado prodotto da una cronica assenza di fondi e servizi pubblici. Siamo in via San Gennaro del Poveri, del resto, e i nomi ricordano spesso la verità di luoghi e cose. Una povertà che ruggisce nella distesa di saracinesche abbassate, una ventina in pochi metri. Decine di locali in vendita, e nessuno che ha i soldi per comprare: il Covid ha distrutto decine di attività commerciali nei pressi dell'ospedale, ha allargato la distanza tra benestanti e no, ha generato la rabbia sociale di cui si è nutrita la diffidenza verso il vaccino.

L'hub inaugurato l'anno scorso sul retro del San Gennaro è di nuovo un parcheggio. Nel quartiere Stella, la scorsa estate secondo i dati Asl il tasso di vaccinazione era tra i più bassi della città, tra «40 e 59%» per gli over 40 e tra «20 e 39%» per gli under 40.

Proprio per ovviare a questa reticenza, gli sforzi pro-vax non erano mancati negli ultimi mesi, da parte di Asl e istituzioni. Notti Bianche del vaccino. Coinvolgimento delle scuole. La parrocchia. Don Antonio Loffredo, il 16 gennaio, nel pieno delle iniezioni fantasma, tenne aperta la chiesa di San Severo per accogliere i cittadini in attesa pre o post vaccinale (furono 720 gli inoculati, quella notte). Il 28 gennaio è scesa in campo anche la scuola, aprendo alle dosi per i piccoli (fascia d'età 5-11) nella Andrea Angiulli di via Pagano. Già, via Pagano. Riscontri, però, inferiori alle attese. A dimostrazione del fatto che qui la distanza secolare tra Stato e contro-stato ai tempi del Covid si è allargata. In questo solco, si è creato il terreno fertile per il crimine.

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