Napoli, costi di gestione troppo alti: stop alla Scandone e a quattro piscine

Napoli, costi di gestione troppo alti: stop alla Scandone e a quattro piscine
di Gianluca Agata
Martedì 22 Ottobre 2019, 07:00
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Tre milioni e 600mila euro il costo della ristrutturazione della piscina Scandone per le Universiadi con il rischio che le squadre di pallanuoto della città emigrino tutte per gli alti costi di gestione e di fitto richiesti per l'utilizzazione della vasca in occasione del campionato. Il resoconto dei costi delle piscine è inquietante: la Scandone costa per Posillipo e Cesport 654 euro a partita secondo le tabelle comunali. La Canottieri Napoli ha deciso di emigrare a Casoria dove paga 300 euro a partita, l'Acquachiara giocherà la serie A2 al costo di 200 euro tutto compreso: acqua, servizi e tabellone.
 
Nel resto d'Italia il confronto è impietoso: si va dai 250 euro della Vassallo dove gioca il Bogliasco ai 150 euro della Nannini per la Florentia. Al Foro Italico la piscina dei mosaici costa 200 euro a partita mentre a Siracusa l'Ortigia paga 50 euro.

Ai 654 euro bisogna aggiungere 150 euro per l'ambulanza, 60 euro per il medico e i costi per il tabellone. Dello splendido video ammirato ai Giochi Universitari, in realtà è rimasto solo lo schermo in quanto il software per attivarlo e, soprattutto le professionalità per farlo funzionare, non sono presenti nel lascito della Regione. Per la prima partita di campionato l'interessamento dell'assessorato allo sport ha permesso la risoluzione del problema che si ripresenterà, per il Posillipo, sabato prossimo in occasione del match interno con la Rari Nantes Salerno. Se non fosse risolto sarebbero costi aggiuntivi di circa 2000 euro l'anno più 350 euro a partita. Vale a dire che una partita può costare anche 1200 euro.

«Noi non andremo via da Napoli perché alla Scandone c'è la nostra storia - sottolinea il vicepresidente sportivo rossoverde Antonio Ilario - ma certo una situazione così è poco sostenibile perché sono costi che il mondo della pallanuoto non è in grado di sostenere». «Non possiamo più andare avanti così», tuona Peppe Esposito, presidente della Cesport, l'altra squadra che gioca alla Scandone, in serie A2 «continuiamo a girovagare per la città alla ricerca di spazi minimi e con tempi ridotti per poterci allenare; anche l'impianto di Scampia, in cui eravamo ospiti, ha chiuso i battenti».

A Napoli le piscine chiuse diventano cinque: le due della Scandone, Monfalcone, Barra e Scampia. «Ci sono migliaia di bambini che chiedono di fare nuoto - tuona il presidente della Fin regionale Paolo Trapanese - e invece di aprire, chiudiamo». La Federnuoto ha aperto un tavolo con il Comune per la gestione di tutte le piscine. «La federazione non ha interessi individuali, svolge una funzione educativa etico sociale solidaristica, ma la svolge in toto. Noi abbiamo messo a disposizione 100 volontari pur di non far chiudere le piscine e siamo pronti a intervenire».

Dopo la chiusura della piscina di Scampia il Comune è pronto a riaprire entro il 4 novembre la Scandone. «Stiamo affrontando la coda di lavori delle Universiadi e la convenzione del San Paolo ha assorbito gran parte del lavoro amministrativo. Ma ce la faremo », dice l'assessore allo sport Ciro Borriello che sul timore che le squadre di A1 vadano via da Napoli sottolinea: «Credo che sia un problema di tutto il sistema pallanuoto. Rispetto ad altre piscine la Scandone è più complicata da gestire e le tariffe rispondono al principio della copertura del costo lavoratore. Il problema riguarda le gare perché nel nuoto abbiamo avuto richieste che ci fanno prevedere ben 3000 atleti al giorno per utilizzare le corsie. Speriamo che con un accordo con la Federnuoto, nell'ottica del centro federale, riusciamo a trovare una intesa affinché la pallanuoto possa pagare di meno per le gare».

Nessun problema per il tabellone. «Con un accordo di sponsorizzazione con la Deltronics dovremmo riuscire ad ottemperare alle esigenze del ledwall e del software di installazione senza aggravi ulteriori».
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