Con gli occhi rivolti al cielo, la veste nera e la croce stretta sul petto, la statua di Santa Maria Vergine Addolorata è stata portata in processione dalle donne del rione Sanità. Partendo dalla basilica di Santa Maria della Sanità l’immagine della cosiddetta Madonna “nera” è tornata dopo 40 anni nel luogo dove si trovava fino al terremoto del 1980, ossia la chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini.
Un momento di grande spiritualità che, attraversando i vicoli del quartiere, ha visto la partecipazione di un’intera comunità con grande emozione e trasporto. Fortemente voluta dal parroco padre Gigi Calemme la processione si è conclusa con una celebrazione eucaristica officiata dal vescovo ausiliare Michele Autuoro. «Dopo 40 anni è stato un tripudio di popolo», ha detto padre Calemme, aggiungendo che si è trattato «non del riappropriarsi di un luogo, ma di un riviverlo come casa di comunità».
Toccante l’omelia di monsignor Autuoro, che in alcuni passi ha sottolineato «l’essenza di una chiesa fatta di pietre vive», come i volti che la popolano in ogni angolo.
Non sono mancati i richiami alla cronaca delle ultime settimane con le morti di giovani innocenti come Giogiò, il musicista di 24 anni ucciso in piazza Municipio. «Mi rivolgo a tutti coloro che hanno ancora le mani armate - ha detto padre Gigi durante il corteo sacro, a cui ha preso parte anche padre Alex Zanotelli - di pistole, di coltelli, di una violenza indicibile e incredibile, perché davvero quegli strumenti di morte possano trasformarsi in strumenti di pace e di amore». Parole di condivisione per il dolore delle famiglie dei giovani che in questi mesi hanno perso la vita, come Giovanbattista Cutolo, che il sacerdote ha ribadito attraversando le strade della Sanità: «Affidiamo a Maria anche i papà di questi ragazzi, di questi uomini, di queste donne perché veramente la fede nella Pasqua di Gesù possa aiutare tutti quanti noi a continuare a percorrere il nostro cammino di speranza e di fede».