Napoli, don Loffredo saluta i suoi fedeli del rione Sanità: «Non dimenticatemi»

Napoli, don Loffredo saluta i suoi fedeli del rione Sanità: «Non dimenticatemi»
di Giuliana Covella
Domenica 4 Settembre 2022, 23:32 - Ultimo agg. 6 Settembre, 07:21
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«Pregate per me e per il nuovo servizio pastorale che oggi comincia alla Sanità». Con tono emozionato ma deciso padre Luigi Calemme ha annunciato con queste parole il suo arrivo nel rione, nel corso della messa in suffragio dei defunti che viene celebrata ogni prima domenica del mese. Introdotto dal suo predecessore, padre Antonio Loffredo, il nuovo parroco della basilica di Santa Maria della Sanità è stato accolto da un bagno di folla. Gremita la chiesa dove, grazie a una rivoluzione culturale, economica e sociale messa in atto in vent’anni, arrivano turisti da ogni parte del mondo per visitare le catacombe di San Gennaro, San Gaudioso (“nascoste” dietro l’altare maggiore, da cui si accede nelle cavità tufacee) e San Severo. Un luogo sacro che ha riunito simbolicamente l’intero quartiere per accogliere il nuovo sacerdote che guiderà la comunità e dire un arrivederci a chi, di fatto, ha costruito un piccolo “miracolo”. Una missione che proseguirà, nel solco di quanto già fatto da padre Loffredo, verso la valorizzazione del territorio. 

Un passaggio di testimone per così dire “indolore” per gli abitanti della Sanità, abituati per più di vent’anni alla guida spirituale di un sacerdote “illuminato” (come è stato più volte definito).

Stiamo parlando di padre Antonio Loffredo, che ieri sera, nel corso della celebrazione liturgica, ha presentato ai fedeli il suo successore, anche se l’ufficialità e l’insediamento arriveranno tra qualche mese. Seduto nel chiostro, poco prima dell’inizio della messa, padre Antonio s’intrattiene, com’è sua abitudine, con i giovani, le mamme, gli anziani. Quel popolo della Sanità che «di certo lo rimpiangerà», sussurra una signora sulla soglia della sagrestia. «Gli amori sono tanti e diversi, ma ce n’è uno più grande di tutti - dice dall’altare - quello per Gesù. Qualcuno si chiede: “Ora padre Antonio ha lasciato la parrocchia, che dramma, che dispiacere può avere?”. Ora ci sarà un pastore più giovane», rassicura aggiungendo: «E a voi dico: ricordate di vivere sempre l’amore, che è l’unica croce che dobbiamo portare addosso a Gesù». Poi rivolgendosi ai parrocchiani sorridendo: «E ogni tanto ricordatevi pure di me».

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Anima di tanti progetti, nel corso del suo mandato pastorale, don Loffredo ha salvato tanti minori a rischio, fondando insieme ai giovani del quartiere la cooperativa sociale La Paranza, che oggi gestisce le catacombe di Napoli, un sito che accoglie ogni anno milioni di visitatori e che è stato riqualificato dopo decenni di incuria. E che dire della palestra di boxe nata in collaborazione con la Fiamme Oro della polizia di Stato, dopo un’intuizione di padre Antonio, che l’ha fortemente voluta dopo aver visto molti ragazzini tirare pugni sbagliati? E ancora l’ex mendicicomio dei Cristallini, che dopo anni di solleciti alle istituzioni, è diventato un centro polifunzionale di sport, teatro e cinematografia? Poi le attività educative alle Fontanelle in memoria della piccola Anna Oppolo morta in seguito a un brutto male per la quale è nata l’associazione Forti Guerriere, che ricorda anche tutte le vittime di femminicidio dopo la tragica fine di Fortuna Bellisario? Attività e iniziative dall’impronta strettamente sociale, che adesso proseguiranno con padre Calemme. 

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«Bello che inizi da qui questa esperienza di collaborazione. Insieme altro che torri potremo costruire». Don Calemme è palesemente emozionato sull’altare di quella che da oggi è la sua nuova “casa”. Nella basilica di piazza Sanità sono arrivati in tanti per conoscere il nuovo parroco, scelto lo scorso luglio dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia tra i nuovi 30 parroci che amministreranno le chiese di Napoli. Cinquantuno anni, proveniente dalla SS. Annunziata Maggiore a Forcella, padre Gigi ha salutato affettuosamente i suoi nuovi parrocchiani: «Ciascuno di voi si lasci accompagnare dall’amore per l’altro - ha ribadito - Voglio ricordare che oggi anche suor Daniela delle suore di Maria Bambina dell’Ozanam inizia con me. E suor Giacinta che ha svolto qui la sua missione finora», ha aggiunto accolto da uno scrosciare di applausi. «Già quella sera, il 22 luglio - ricordato - sapevo che sarei stato successore di padre Antonio e che qui avrei vissuto la mia storia di sacerdote al servizio della chiesa e vostro, vi guardavo già con grande affezione e interesse nel desiderio di condividere con voi quest’esperienza così bella». «Poi dico questa cosa quasi solo a voi, tanto domani sarà sui giornali - ha detto ironizzando sulla presenza dei cronisti in chiesa - che padre Antonio (anche se non vuole che si dica) è stato il mio parroco, la mia guida durante il tempo del mio discernimento in seminario e in questa esperienza l’ho ritrovato, ciascuno con la maturità della propria età. Lo ringrazio perciò per la tenacia e il desiderio di volermi come suo successore in mezzo a voi e per la fiducia che ha riposto in me. E ringrazio il Signore per questa volontà», ha concluso. 
 

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