Questionario anti-clan agli studenti napoletani, i presidi: «Nessuna scuola immune dal rischio infiltrazioni»

Questionario anti-clan agli studenti napoletani, i presidi: «Nessuna scuola immune dal rischio infiltrazioni»
di Mariagiovanna Capone
Martedì 5 Aprile 2022, 00:00 - Ultimo agg. 15:54
4 Minuti di Lettura

Da oggi sarà attivo un indirizzo e-mail per tutte le scuole di Napoli e provincia che vorranno aderire al questionario lanciato dal Mattino in collaborazione con la Commissione anticamorra del Consiglio regionale (attraverso il consigliere Francesco Borrelli) e con La Radiazza-Radio Marte. Per accelerare le modalità di partecipazione basterà scrivere a scuole@ilmattino.it ed entrare così nel circuito degli istituti impegnati a incentivare la cultura della legalità. Hanno già aderito i licei Mercalli, Sannazaro e Umberto, l’Istituto comprensivo D’Aosta-Scura e l’Istituto superiore Ferrari di Castellammare di Stabia.

Al questionario possono aderire le scuole di ogni ordine e grado di tutti i quartieri cittadini e della provincia. Nessuno deve sentirsi immune, come sottolineano i dirigenti scolastici Carlo Antonelli e Luisa Peluso, rispettivamente alla guida dei licei Umberto e Mercalli entrambi nel quartiere Chiaia. «Non ci sono zone che sono un porto franco rispetto alla reticolazione che la camorra potrebbe creare.

La criminalità non si pone il problema qui sì, lì no. Semmai cambia vestito, usa mezzi differenti per imporsi ma proverà sempre a ramificarsi, insediarsi, crescere» spiega Peluso. «La coscienza contro la camorra deve essere collettiva. Non può essere una coscienza di quartiere» precisa il dirigente Antonelli. «Credo sia un momento fondamentale dell’educazione civica, che è la stessa per tutti. Non possiamo dire quindi che questi fenomeni investono un quartiere e non un altro - prosegue - La coscienza su questi temi è trasversale, ai quartieri e alle scuole».

Per il dirigente dell’Umberto «si tratta di una campagna importante ma la coscienza su questi temi non deve essere fatta solo per le scuole, ma dovrebbe essere di sistema, estendersi a tutte le agenzie educative che devono impegnarsi con un fronte comune, altrimenti si corre il rischio di non riuscire a essere coesi nella promozione della coscienza anticamorra e antimafia». 

«Il questionario rappresenta un valore aggiunto importante alla quotidianità dei ragazzi, perché alcune domande riguardano i comportamenti inerenti non solo l’ambito legale ma anche la sicurezza. Il questionario quindi ha un fine educativo» prosegue la dirigente Peluso. La pensa allo stesso modo Giovanna Izzo, che dirige l’Istituto Ferrari di Castellammare, Comune sciolto per infiltrazioni della camorra, convinta che «oggi più che mai dobbiamo parlare di questi temi con gli studenti. La cultura della legalità va riportata nel loro vivere quotidiano. Dobbiamo far comprendere che qualsiasi loro gesto deve essere teso a vivere nella legalità. Il questionario è un mezzo utile per scuotere le coscienze e le risposte ci indirizzeranno su come procedere e quali altre azioni dovremo mettere in campo».

Video

«Con l’educazione alla legalità cerchiamo di convincere i ragazzi che la camorra è una strada che porta al carcere se non addirittura alla morte» sottolinea il dirigente Eugenio Tipaldi del D’Aosta-Scura, in pieni Quartieri Spagnoli, il quale ricorda Ugo Russo «un nostro ex alunno che purtroppo è stato ucciso durante una rapina. Nella mia scuola - prosegue - abbiamo un’evasione scolastica alta e i nostri ragazzi rischiano di aderire alla malavita, un po’ anche per retaggio familiare. Ma questo non ci fa certo desistere dall’impegnarci quotidianamente: ci sono ragazzi che si possono recuperare». Per il dirigente Tipaldi però «c’è bisogno di un’azione sinergica con associazioni, tribunale dei minori e assistenti sociali, troppo poche per il numero elevato di segnalazioni. Gran parte delle famiglie dei Quartieri è gente onesta, ma non possiamo negare che altre invece hanno genitori in carcere o che spacciano, con i bambini che crescono con questi esempi. Ben venga quindi il bonus come incentivo alla frequenza scolastica per famiglie problematiche, proposto dal vicesindaco Mia Filippone». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA