La camorra e gli studenti, il Mattino ​va in classe: questionario nelle scuole di Napoli e provincia

La camorra e gli studenti, il Mattino va in classe: questionario nelle scuole di Napoli e provincia
di Luigi Roano
Domenica 3 Aprile 2022, 00:00 - Ultimo agg. 25 Aprile, 19:53
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Ma i giovani conoscono davvero la camorra? E perché alcuni sono attratti dalla logica dei clan? Come si arriva al fenomeno baby gang, ragazzini anche minorenni che si uccidono tra loro e si comportano come boss? E ancora: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Peppe Diana e il nostro Giancarlo Siani, li conoscono? Se sì nel loro immaginario come li percepiscono? E Raffaele Cutolo e Paolo Di Lauro chi sono? Eccolo il questionario che Il Mattino - in collaborazione con Francesco Borrelli della commissione anticamorra del Consiglio regionale e con Radio Marte-“La Radiazza” - distribuirà nelle scuole di Napoli e provincia a partire da domani.

Si dice - ed è vero - che il male va combattuto in famiglia dove si devono avere esempi virtuosi e tra i banchi perché è lì che i valori della legalità e della solidarietà devono germogliare e fortificarsi fino a costituire un argine contro tutte le mafie.

Ed è questo l’obiettivo del sondaggio, capire se i giovani hanno contezza del fenomeno camorra, come lo percepiscono e come intendono difendersi. Le risposte saranno in forma anonima basta mettere una croce sulle opzioni, tipo le verifiche che proprio nelle scuole si fanno, insomma un linguaggio diretto.

Già ci sono alcune scuole che hanno aderito: sono i licei Mercalli, Sannazaro e Umberto. L’Istituto comprensivo d’Aosta Scura in piazza Montecalvario e il Ferrari di Castellammare di Stabia. La città vesuviana dove da poche settimane il Comune è stato sciolto per infiltrazioni della camorra. A Napoli invece - due settimane fa - Libera, l’associazione contro tutte le mafie presieduta da don Luigi Ciotti, ha organizzato la giornata nazionale Antimafia e hanno sfilato decine di migliaia di persone e tra loro tantissimi giovani. Sembrerebbe una prima risposta forte e chiara della bella gioventù napoletana. Tuttavia, sempre due settimane fa, quasi in concomitanza con la marcia di Libera, sono venute fuori le risposte dei ragazzi al questionario del liceo Salvatore Cantone di Pomigliano D’Arco. Dove è emerso che i ragazzi non sono così certi che l’omertà sia un fenomeno da condannare e uno su cinque ritiene che un boss sia comunque una persona degna di rispetto. 

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Ventuno domande, almeno cinque opzioni di risposta e la garanzia che saranno tutte in forma anonima, compongono il questionario. Quesiti che si muovono lungo tre direttrici con l’obiettivo di rilevare, descrivere e analizzare i «significati simbolici e valoriali che gli studenti associano alle mafie; le rappresentazioni e le opinioni che gli studenti hanno delle organizzazioni criminali; la conoscenza che gli studenti hanno dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e del fenomeno mafioso». Le prime due domande sono proprio sui due magistrati che la mafia l’hanno combattuta con successo e continuano a vincere ancora a 30 di distanza dal loro assassinio avvenuto per mano della barbarie delle cosche. Il loro esempio ha dato coraggio a tanti altri magistrati e - soprattutto - ha scosso la coscienza civile delle persone comuni che sono scese in campo e hanno iniziato a denunciare i delinquenti. Nelle due domande si chiede ai ragazzi dove hanno sentito parlare di Falcone e Borsellino e se possono essere una figura di riferimento. Un inizio niente male, perché le domande sono mirate ed impegnative come quelle dove si interrogano gli studenti se nelle scuole e in famiglia discutono di un fenomeno che provoca morte, dolore e frena da più di un secolo lo sviluppo sociale ed economico delle città dove si radica.

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Quesiti profondi non mancano come la domanda sul perché una persona decide di diventare mafiosa. E poi un tasto dolentissimo, quello dell’omertà. Vale a dire essere conoscenza di fatti e persone che si consumano nell’illegalità e non si vanno a denunciare alle autorità per paura di ritorsioni dei denunciati, magari dei loro parenti e amici. Poi c’è una domanda dove ci sono 13 personaggi reali e di fantasia ma famosissimi perché protagonisti di fiction di grande successo e si chiede agli studenti di rispondere se li conoscono e che giudizio ne danno. Quando il lavoro di catalogazione delle risposte sarà ultimato gli studiosi e i ricercatori che hanno elaborato il questionario potranno tirare fuori uno spaccato interessante e sicuramente utile su come la pensano i giovani delle mafie, della camorra, di chi si comporta illegalmente nella terra dove clan e boss sono un pesantissimo fattore in negativo nella vita di tutti i giorni e di tutti quanti. Risposte con le quali chissà si potrebbero aiutare questi ragazzi a restare sempre dalla parte giusta della storia. 

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