Napoli, sparatoria tra la folla in via Toledo: uno scontro tra paranze dietro ai due gambizzati

Napoli, sparatoria tra la folla in via Toledo: uno scontro tra paranze dietro ai due gambizzati
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 1 Dicembre 2019, 10:00 - Ultimo agg. 13:24
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C'è un filo rosso sangue che lega i raid armati consumatisi venerdì tra la Pignasecca e i Quartieri spagnoli. Che i due episodi potessero essere collegati lo si era intuito subito: che però si trattasse di un botta e risposta, è ipotesi che prende di ora in ora sempre più forma nel quadro investigativo.

Indagini condotte dalla Polizia di Stato. Dodici ore terrificanti, quelle che si sono succedute dalle 21 della sera di giovedì fino alle 8,23 del mattino successivo a Napoli. Dopo il caso dell'omicidio di Alessandro Napolitano, assassinato a Miano sotto l'abitazione della mamma, da decifrare resta un doppio agguato: il primo ai danni di Nicola Minieri, 19enne raggiunto da due colpi di pistola alle gambe mentre nottetempo rincasava; e il secondo commesso contro un altro giovanissimo, il 23enne Antonio Giarnieri, barista ferito da un sicario solitario mentre era al lavoro all'interno di una caffetteria.
 

 

Ebbene, quest'ultimo raid sarebbe la risposta alla gambizzazione di Minieri. Indagini coordinate dal pool di magistrati della Procura distrettuale antimafia che seguono le dinamiche criminali nella effervescente zona del centro storico: un'area che fa registrare una nuova, inquietante escalation di violenza. Ma quale potrebbe essere il motivo di questo botta e risposta affidato al piombo delle pallottole? Entrambe le vittime non hanno precedenti, se si esclude un precedente ormai datato nel tempo che collega il nome di Minieri ad un caso di tentata rapina, ma quando era ancora minorenne. L'altro gambizzato, Giarnieri, è un ragazzo che si guadagna da vivere come barista nella caffetteria Sommella: nei suoi confronti neanche la minima segnalazione, nessuna ombra offusca il suo passato.

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E dunque, dietro il mistero del doppio agguato potrebbe rivelarsi questo scenario. Premessa: Minieri - il ferito alle 2,20 della notte tra giovedì e venerdì - ha un fratello che attualmente si trova agli arresti domiciliari (per reati comuni, non associativi), e che in più di un'occasione sarebbe stato controllato dalle forze dell'ordine e trovato in compagnia di personaggi poco raccomandabili, pregiudicati riconducibili alle famiglie Masiello e Saltalamacchia, attive nell'area di Montesanto. Attualmente Minieri si trova piantonato presso il San Giovanni Bosco: nei suoi confronti è scattato un provvedimento cautelare che lo porterà, appena dimesso dall'ospedale, nel carcere di Nisida per scontare un residuo di pena per una rapina commessa quando era minorenne.
 

Chi tre notti fa gli ha sparato alle gambe in vico Paradiso alla Salute potrebbe averlo fatto per due motivi: o per una vendetta trasversale, lanciando così un sinistro messaggio rivolto al fratello; o per punirlo, considerandolo responsabile diretto di qualche sgarro maturato nel sottobosco dei gruppi e sottogruppi criminali che si contendono metro per metro, vicolo per vicolo, il predominio dei traffici illeciti. Ma ammesso che questa sia la pista giusta, perché nella replica di fuoco si è scelto di colpire un incensurato? Dal fitto riserbo investigativo filtra un'indiscrezione: a commettere il primo raid, a ferire Minieri potrebbe essere stato un commando partito addirittura da Forcella. La vendetta a stretto giro che ha portato al ferimento di Giarnieri si spiegherebbe con il fatto che il barista 23enne ha a sua volta frequentazioni con giovani residenti proprio a Forcella. Resta da capire chi e soprattutto che cosa ha determinato una così furiosa azione e reazione. Nei codici criminali la gambizzazione ha un significato preciso: quello di un avvertimento, quasi un ultimo avviso come punizione nei confronti di chi ha fatto un torto grave alle persone sbagliate.

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